L’aborto è una ferita profonda che rimarrà per sempre

2008-06-08

Nel luglio del 1996 rimasi incinta dopo un anno che stavo col mio ex. Ero molto felice alla notizia che sarei diventata mamma. Ho sempre amato i bambini; penso che siano la cosa migliore che possa mai capitare a qualcuno.
Ma quando lo dissi al mio ragazzo, lui diventò matto. Mi disse che era tutta colpa mia; disse pure che il bambino non era suo. Mi disse che dovevamo occuparcene al più presto. Così, contro la mia volontà, andai ad una clinica per aborti con un’amica.
Volevo veramente il bambino, ma non sarei stata capace di tirarlo su da sola, e non ho mai avuto alcun sostegno emotivo in tutto questo. Sapevo che il mio ragazzo non mi avrebbe aiutato in alcun modo, sia dal lato emotivo sia da quello finanziario. Dall’inizio alla fine sono stata sola. I miei genitori non l’hanno mai saputo, e fino a oggi mio papà è l’unico della famiglia a cui l’ho detto.
Ero molto nervosa alla clinica. Mi dissero che non potevo mangiare niente e mi fecero firmare un foglio che diceva che ero pienamente responsabile se mi fosse capitato qualcosa. Mi presero del sangue, mi fecero un test delle urine e l’ecografia. Dopo di questo, aspettai per un tempo che sembrava un’eternità prima che mi chiamassero a parlare con uno dei loro assistenti. Lei disse che ero molto giovane e che avevo tutta la vita davanti, che l’aborto era la cosa migliore. Cominciai a piangere, la mia mente era completamente vuota e non riuscivo a pensare a niente.
L’assistente mi disse che mi avrebbero chiamato quando tutto fosse pronto per la procedura. Dopo un po’ mi richiamarono e mi portarono in una stanza dove mi dissero di togliermi i vestiti, mettermi una veste e sdraiarmi. Venne il medico con un infermiere e l’assistente. Mi fecero l’anestesia locale. Improvvisamente sentii una suzione molto forte dentro l’utero. Faceva molto male; era come se qualcuno mi tirasse fuori tutti gli organi. Durante la procedura le mie emozioni erano tutte mescolate. Ero spaventata, arrabbiata, mi sentivo in colpa, ero nervosa.
L’intera cosa fu eseguita in circa cinque minuti, e dopo mi vestii ed andai in una sala di recupero dove altre cinque donne erano sdraiate e riposavano. Mi diedero delle medicine in caso di infezione e mi lasciarono lì. Mi dissero che potevo andarmene quando mi fossi sentita meglio.
Fu veramente terribile. La mia pancia era molto gonfia ed avevo dei bruttissimi crampi. A malapena riuscivo a camminare perché sentivo il mio utero molto debole e ogni volta che facevo un passo avanti sembrava che ogni cosa si muovesse dentro di me. La mia amica mi portò a casa in auto e tutto ciò che volevo fare era stare sdraiata e piangere. Sapevo di avere ucciso il mio bambino.
L’aver preso la decisione di abortire mi opprime veramente. Ha influenzato la mia intera vita ed il modo con cui interagisco con gli altri. Sono passati quasi tre anni ed il mio umore è cambiato molto. Sono sempre arrabbiata. Ho uno sguardo triste negli occhi e niente mi rende felice. Non gioisco della vita come facevo una volta. Non mi fido per niente degli uomini, ed è stato per me molto difficile instaurare una sana relazione romantica. Non lego molto bene con le persone, c’è sempre un piccolo dubbio dentro di me. Se qualcuno fa qualcosa di carino per me, penso che voglia solo farmi del male.
La mia vita è stata un inferno in questi ultimi anni. Sono arrabbiata col mondo e con me stessa. Sono molto più aggressiva e nervosa, ma a volte voglio solo ricordare il mio bambino, sedermi e piangere nella mia stanza. Ho visto il volto del mio bambino in sogno e sento che è un maschietto. Questi sogni sono stati molto pacificanti, ma ho avuto altri sogni in cui ho visto il volto sfigurato di un bambino.
Sono così spaventata di rimanere incinta, è una cosa opprimente. Qualche tempo fa non riuscivo a vedere una donna incinta o qualche cosa che avesse a che fare con i bambini perché non ce la facevo e cominciavo a piangere senza riuscire a controllarmi. Ma ora sono molto interessata ad aiutare altre donne in modo che non facciano il mio stesso errore. Due mie amiche aspettano un bambino e sono così emozionata per loro. Non vedo l’ora di vedere i loro bambini. Ho comprato dei vestitini per loro e le chiamo sempre per sapere come stanno.
Una mia cugina ha avuto una bambina circa sei mesi fa; è una ragazza madre. Non appena l’ho saputo sono andata all’ospedale a vedere la sua bambina e a tenerla tra le braccia. È stata una sensazione meravigliosa! Naturalmente mi sentivo triste ma ero così felice di poterla tenere, farle il bagno e vestirla. Sto a mio agio con i bambini ora, anche se qualche volta mi sento ancora in lutto.
Non riesco ancora ad accettare ciò che ho fatto. Ho appena cominciato ad andare da uno psicologo e stiamo lavorando sull’intera faccenda dell’aborto. Sono in terapia solo da un mese ma penso che mi aiuterà veramente a superare tutta questa faccenda. Mi piacerebbe essere ancora com’ero una volta! La terapia non è facile perché apprendi tante cose nuove, sulle tue paure e su te stesso, che sono state nascoste profondamente dentro di te per tanto tempo. Ma penso che alla fine imparerò a fidarmi ancora delle persone e a superare tutti gli ostacoli che ho affrontato nella mia vita, con una prospettiva positiva su ogni cosa.
Non avevo mai creduto all’aborto prima, ma quando mi sono trovata ad affrontare un grande problema, ho scelto la soluzione più facile. Non avevo mai pensato che mi avrebbe influenzato così tanto. Ora guardo alla vita in modo diverso. Penso che la vita sia uno dei doni più preziosi che una persona può ricevere. Molta gente non dà valore al fatto che è viva, o che la sua vita può fare un giro di 180 gradi in pochi secondi.
Sono arrivata a capire che si dovrebbe essere gentili e compassionevoli con le altre persone e cercare di capire perché agiscono in un certo modo. Può darsi che la persona stia soffrendo molto e reagisca in modo distruttivo perché non riesce a trovare una via d’uscita.
L’aborto è un atto violento contro un essere umano indifeso, e la legge dovrebbe opporvisi. Tante persone uccidono la loro carne e il loro sangue perché è legale ed è la scappatoia più facile. Consiglierei alle donne di non prendere la decisione che io presi e di andare avanti e di avere i loro bambini con coraggio ed orgoglio, quale che sia la situazione.
Le cose si risolveranno nel lungo termine. Ma se prendi la decisione sbagliata vivrai con rimorso, senso di colpa e tristezza per il resto della tua vita. L’aborto è una ferita profonda che rimarrà per sempre. Spero che la mia storia contribuisca ad aprire gli occhi della gente e cambi il loro modo di pensare all’aborto ed alle sue conseguenze.

Pubblicato originariamente in The PostAbortion Review 10(1) January-March 2002.
Elliot Institute, PO Box 7348, Springfield, IL 62791-7348
Altro materiale a www.afterabortion.org
http://www.afterabortion.org/PAR/V10/n1/CaseStudy.htm


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