Allora pensavo di essere informata

2008-05-29

Mi sentivo intrappolata dalla situazione, non mi sono permessa di considerare alternative e nessuno ne offriva. Il padre del bambino fornì aiuto finanziario ed il mio miglior amico mi diede sostegno emotivo.
Allora pensavo di essere informata, pensavo di sapere tutto ciò che poteva fare la differenza. Non avevo mai sentito parlare di disturbo post abortivo o che avrebbero potuto esserci problemi emotivi dopo.
La procedura abortiva non andò bene. Il medico non era soddisfatto con la quantità di “tessuto” rimosso dalla prima suzione e procedette a farla una seconda volta. Non era ancora soddisfatto e mi consigliò di andare immediatamente a fare un’ecografia per una gravidanza tubarica. Questo fu terribilmente stressante.
Dopo l’aborto cominciai a soffrire di depressione, comportamento autodistruttivo e grave rabbia cieca. Le relazioni che avevo cominciarono a deteriorarsi rapidamente. Non collegavo questi problemi all’aborto e quando cercai di fare il collegamento mi dicevano che ero matta. Cominciai a crederlo. Finalmente un giorno nella biblioteca, presi il libro “Donne abortite”. Mi sembrava di aver trovato un amico perso da tanto tempo.
Per affrontare l’aborto, sono andata da un terapeuta. Cercando il perdono di Dio, sono riuscita a perdonare le persone implicate. Il perdono per me stessa è stato più lento e ancora mi trovo a pensare “che cosa sarebbe successo se”.
L’aborto ha cambiato la mia vita perché è stata l’esperienza più traumatica della mia vita. È stato nei miei pensieri ogni giorno. Man mano che crescevo nel Signore e provavo il processo di guarigione, ho cominciato ad essere d’aiuto, ed ora partecipo al sostegno post aborto.

http://www.priestsforlife.org/postabortion/casestudiesb/casestudy1681.htm


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