Mi dicevo: “Tutto questo non sta accadendo”

2008-06-04

Ciò che segue sono brani del discorso di Brenda Pratt Shafer al National Right to Life Conference ’96 e del discorso tenuto il 21 marzo 1996 davanti ad una sottocommissione del Congresso USA. Shafer, infermiera professionista, ha partecipato a tre aborti a nascita parziale. Prima di questa esperienza era “pro choice”.
Attenzione, ciò che segue potrebbe darvi molto fastidio, leggete solo se vi sentite preparati.

… Lavoravo per un’agenzia infermieristica a quel tempo e facevano ogni cosa: davano personale alle cliniche, agli ospedali, alle case di cura, ed io facevo l’intera gamma. E mi chiamarono un giorno e mi dissero: “Brenda, vuoi lavorare in questa clinica per aborti a Dayton?” ed io dissi: “Bene, che cosa fanno?” – “Beh, fanno aborti, fanno aborti D&C [Dilatation and Curettage, una tecnica abortiva in cui il bambino viene fatto a pezzi ed estratto dall’utero]. Questo è ciò che mi dissero. Non avevo mai sentito parlare dell’aborto a nascita parziale prima di entrare là. Così dissi loro che l’avrei fatto. Non avevo problemi, ero pro-choice e la pensavo così. Quando andai alla clinica mi fecero persino fare un colloquio sulle mie opinioni perché volevano essere sicuri, immagino, a quel punto che non fossi un ‘infiltrato’.

Aborti D&C
Aborto D&C (primo trimestre)
Il primo giorno che ero lì facemmo aborti D&C. È un aborto per aspirazione di bambini attorno alle sei settimane. La cosa che davvero si impresse nella mia mente quel giorno, fu che c’era una ragazza di 15 anni che faceva il suo terzo aborto e rideva per tutto il tempo. Ed io pensavo, immaginate, che poteva essere la mia figlia di 15 anni ad essere seduta su quel letto e facendo questo aborto.

Aborto tardivo D&E
…l’aborto a nascita parziale è una procedura di tre giorni… nei primi due giorni le donne vengono fatte entrare ed eseguono su di loro una procedura in cui inseriscono una cosa che si chiama laminaria – sembra un tampone ma è fatto di alga – e lo inseriscono nella cervice e quando diventa umida si espande, dilatando la cervice. Perché quando una donna ha le doglie e i dolori del parto, questo è ciò che succede, la cervice si sta dilatando per allargarsi per far uscire il bambino. Dobbiamo farlo anche in un aborto perché non riesci a tirarlo fuori da una cervice non dilatata… Entravano, le inserivano la laminaria, e le mandavamo a casa o in un hotel della zona con un numero telefonico d’emergenza.
Aborto D&E (secondo trimestre)
Il secondo giorno, le facevamo rientrare e cambiavamo la laminaria, dilatando ancora di più, ed anche il secondo giorno facevano ciò che si chiama aborto D&E. E in questo aborto… portavano l’ecografo e lo mettevano sulla pancia della donna, e tu vedevi il bambino, vedevi il cuore battere. E questo per le gravidanze fino a quattro mesi e mezzo, è fino a quanto si può andare circa, con questo metodo. Ed io stavo a fianco del medico, a circa un metro da lui, e lo vedevo prendere il forcipe e salire dentro l’utero e strappare letteralmente il bambino membro a membro. Entrò e strappò via un braccio e lo gettò nella vaschetta, entrò e strappò via una gamba e la gettò nella vaschetta. Continuò finché non arrivò alla testa, allora andò su con il forcipe, schiacciò la testa e la tirò fuori. Ed io stavo a guardare, guardavo nella bacinella in cui aveva messo il corpo, e penso tra me e me: Aspetta un attimo, dov’è il mucchio di cellule, dov’è l’ammasso di tessuto? Vedo un braccio, vedo una gamba, con dita nei piedi e nelle mani, e la cosa ha veramente cominciato a darmi fastidio a quel punto.
E cominciai a pensarci… arrivai a casa e pensai, bene, se è così brutto al secondo giorno, non voglio vedere che cosa succede al terzo giorno. E mi spiegarono un po’ che cosa sarebbe accaduto. Il terzo giorno entrai, il primo aborto che vidi era di una donna incinta di 26 settimane e mezzo. Il bambino aveva la sindrome di Down. E l’infermiera lo chiamava il loro caso speciale. Ed io dissi: “Perché è un caso speciale?” – “Beh, al medico non piace farlo oltre le 26 settimane e lei è un po’ oltre.”

Alcune donne non vogliono abortire…
Questa signora in particolare non voleva abortire. Aveva questo bambino con la sindrome di Down, non era sposata, il suo ragazzo non voleva il bambino ed io suoi genitori non volevano il bambino. Pianse per tutti e tre i giorni che restò lì. Così facemmo lei per prima per farla finita con lei. La portammo dentro, la preparammo, cominciammo una flebo di Valium per farla star calma. Non usammo l’anestesia generale per tramortirla… Portammo l’ecografo e lo fissammo alla sua pancia.

Vedevo il bambino…
Vedevo il bambino. Vedevo il battito del cuore. E il medico voleva che stessi proprio vicino a lui, perché voleva che vedessi tutto quanto riguarda l’aborto a nascita parziale. Così stetti lì. Entrò, guidato dall’ecografo. Prese il forcipe, entrò e girò il bambino perché non era in posizione allora. Trovò un piede e tirò il piede del bambino giù per il canale del parto, tirandolo giù, e prese un altro piede e cominciò letteralmente a tirare fuori il bambino, in posizione podalica, prima i piedi. E continuava a tirare giù ed io vedo questo bambino che viene tirato fuori dalla mamma, il suo sederino, il torace e poi fece uscire entrambe le braccia. E la signora ha le gambe legate alle staffe come quando si partorisce un bambino o c’è un esame ginecologico. Ed il bambino, l’unica cosa che sosteneva il bambino era il medico che lo stava tenendo con due dita, tenendo il collo così che la testa era appena dentro la mamma.
Aborto a nascita parziale (terzo trimestre)
Ed il bambino stava scalciando i piedi, appeso lì, muovendo i suoi ditini ed i braccini. Non potevo crederci – non so che cosa pensavo lo avrebbe ucciso in quei tre giorni – ma si muoveva ed io continuavo a guardare il bambino che si muoveva. E continuavo a dirmi, questo non sta accadendo, e pensavo che sarei svenuta. E continuavo a dirmi: Sono una professionista, posso farcela, questo è giusto, dovrebbe esserlo, ed io dovrei farcela, sono un’infermiera. Poi lui prese un paio di forbici e le affondò nel retro della testa del bambino. Ed il bambino ebbe un sussulto, come un riflesso di sorpresa, come fa un bambino quando lo lanci un po’ su e lui salta. E allora il bambino divenne proprio rigido. Il dottore poi aprì le forbici per fare un buco. Prese una potente macchina aspiratrice con un catetere e la conficcò in quel buco ed aspirò fuori il cervello. Ed il bambino divenne completamente floscio.

L’ho rivisto nella mia mente mille e più volte…
E l’ho rivisto nella mia mente mille e più volte quel bambino che guardavo mentre la vita ne veniva prosciugata. Fui molto colpita da ciò che vidi. Per molto tempo, a volte ancora oggi, ho avuto incubi su cosa ho visto in quella clinica quel giorno. E come ho detto prima, ho visto bambini morire tra la mie mani, ho visto gente morire tra le mia mani, gente menomata in incidenti d’auto, ferite di pistola. Ho visto procedure chirurgiche di ogni tipo. Ma in tutti gli anni di professione non ho mai assistito a niente del genere. E stavo per vomitare sul pavimento. Stavo letteralmente solo respirando e dicendomi: “non vomitare, non vomitare, sarai imbarazzata se lo fai”. Così cercai di non farlo.
Tirò fuori la testa, tagliò il cordone ombelicale e lo gettò in una bacinella, fece uscire la placenta e la gettò nella stessa bacinella, e vi gettò anche gli strumenti che aveva usato. Vidi il bambino muoversi nella bacinella. Chiesi ad un’altra infermiera e mi disse che erano solo “riflessi”.
Bene, questa mamma voleva vedere il suo bambino. Ed il medico ci aveva detto in anticipo, ci aveva detto: “Cercate di dissuaderla dal vedere il suo bambino”. Non gli piace. Ma lei aveva il diritto di vederlo. Così lo pulirono e la pulimmo e la accompagnammo fuori dalla sala operatoria, la portammo in una stanza e le demmo il bambino.
Lei teneva quel bambino tra le braccia e urlava e pregava Dio… di perdonarla, e per farsi perdonare dal bambino lo teneva e lo dondolava, e gli diceva che lo amava. Ed io guardai il volto del bambino, ed aveva il volto più angelico e perfetto che abbia mai visto, e continuavo a pensare: È un angelo adesso, è in cielo. E non ce la facevo. Dopo tutti gli anni in cui ho fatto l’infermiera, [per la prima volta] non ce l’ho fatta. E chiesi scusa, e mi scusai, e corsi al bagno e piansi e pregai.
…ne vidi altri due quel giorno, di circa 25 settimane. Ma ero in stato di shock. Stavo lì e sapevo che stava accadendo ma non volevo essere lì. Stavo camminando in una spiaggia alle Hawaii da qualche parte, cercando di pensarmi fuori da quella stanza… Le altre due erano donne perfettamente sane con bambini perfettamente sani. Una era una donna di 40 anni che aveva un figlio di 19 anni e stava divorziando, e quindi non voleva il bambino. L’altra era una mamma adolescente che aveva tenuto nascosta la gravidanza ai suoi genitori, e poi i genitori l’avevano scoperto e l’avevano fatta abortire il bambino. Dopo essere uscita quel giorno, non ritornai mai più.
Il presidente Clinton ha posto il veto su questa legge (il Partial-birth abortion Ban Act, che vieta questo tipo di aborto). Vorrei che il presidente Clinton fosse stato dov’ero io. Non penso che avrebbe posto il veto alla legge.
…Molta gente fuori dice che non ho visto quello che ho visto. Credetemi, l’ho visto ed ho avuto tanti incubi. E questo è un modo di guarire, di cercare di superarlo, ed insegnare alla gente la verità di che cosa accade veramente. Vorrei non avere visto ciò che ho visto, perché è stato molto terrificante. Ciò che ho visto quel giorno non dovrebbe essere consentito in questo paese.
La gente mi chiede perché l’ho fatto, perché sono andata a fondo e mio marito mi ha sempre detto: “È meglio accendere una sola candela che maledire l’oscurità”. E questo è ciò che cerco di fare, accendere una candela. E magari dalla mia candela io posso accendere la candela di qualcun altro e loro accenderanno quella di qualcun altro e così via. Perché una sola persona può fare la differenza. E questa è una grande cosa. Ognuno di voi può fare la differenza. Se voi lo dite ad una persona, al vostro vicino, e loro lo dicono ad una persona, dobbiamo, dobbiamo far venire fuori la verità e dobbiamo dirgliela.
E uno di questi giorni ogni persona qui dentro starà davanti a Dio ed Egli vi chiederà: “Che cosa hai fatto per Me sulla Terra?” e voi direte: “Signore, non ho fatto molto, ma ho acceso una candela”. Ed egli vi dirà: “Però oh, quanto splende”.



http://suewidemark.netfirms.com/shafer2.htm http://www.priestsforlife.org/testimony/brendatestimony.html


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