Jane Fonda rivela che la madre abortì nove volte prima della sua nascita

2017-08-28

Margot Peppers, 10 ottobre 2014 - Mail online

Jane Fonda ha confidato di aver letto le cartelle cliniche di sua madre e di aver scoperto che aveva abortito nove volte prima della sua nascita.
Jane Fonda
In un discorso ad un evento per raccogliere fondi per le vittime di stupro, la 76enne icona hollywoodiana ha raccontato al pubblico che la madre Frances era stata abusata sessualmente dall’età di otto anni, un’esperienza che Jane crede abbia portato la madre ad un comportamento promiscuo e autodistruttivo.
Nel momento in cui l’ho letto, ogni cosa è andata al suo posto, – ha detto – ho capito il motivo della promiscuità, delle infinite chirurgie plastiche, il senso di colpa, l’incapacità di amare o essere intima, e sono stata capace di perdonarla e perdonare me stessa.
Frances, che aveva 29 anni quando partorì Jane, si uccise il giorno del suo 42° compleanno, gli amici di Jane dicono che sia stato l’evento più incisivo nella sua vita con tante sfaccettature.
Jane ha detto al pubblico di sospettare che la madre fosse stata abusata sessualmente da un accordatore di pianoforte quando era una giovane ragazza, cosa che la lasciò traumatizzata per il resto della vita.
Poco dopo la nascita del fratello più giovane Peter, a Frances fu diagnosticato un disturbo bipolare.
Scoprendo che suo marito la tradiva con altre donne, Frances ricorse a misure estreme per riconquistare la sua attenzione. Se ne andava in giro nuda davanti a lui e persino gattonava su mani e ginocchia fino a lui, implorandolo di parlarle. Non funzionò.
Henry Fonda con la moglie Frances
Nel 1950, il giorno del suo 42° compleanno Frances si suicidò, tagliandosi la gola con un rasoio durante un ricovero a Craig House, una casa di cura a Beacon, New York. Jane aveva 12 anni.
Il padre di Jane, Henry, era freddo e prepotente, per non parlare di quanto fosse uno sfacciato donnaiolo, ma sua figlia, troppo giovane per comprendere la malattia mentale, diede sempre al comportamento allarmante della madre maniaca-depressiva la colpa della rottura del matrimonio dei suoi genitori, fino a quando non seppe degli abusi patiti da Frances.
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Jane Fonda non è molto disposta a dire che cosa pensi riguardo ai nove aborti, tranne dire che hanno avuto un ruolo nell’estremo atto di disperazione di Frances Fonda. Forse il suo quasi-silenzio sugli aborti della madre può essere spiegato dal suo sostegno esplicito all’aborto negli ultimi decenni. Se è fautrice dell’accesso gratuito e aperto proprio a ciò che ha contribuito al suicidio della madre, questo è un chiaro sintomo del suo negare la realtà.
Agli abortisti piace dire che non c’è legame tra aborto e suicidio, ma gli studi ad esempio di Priscilla Coleman parlano chiaro (vedi anche lo studio di Gissler e quello di Ferguson).
In uno studio del 2010, ricercatori del National Center for Biotechnology Information, che lavora a stretto contatto con il National Institutes of Health, ha trovato che l’aborto è associato ad una probabilità maggiore di gravi disturbi mentali, incluso ansia, abuso di droghe, ideazione suicida e tentato suicidio.
Ma oltre al legame aborto-suicidio, i diversi aborti di Frances Fonda hanno molto probabilmente alimentato i problemi che Jane Fonda ha sperimentato e di cui ha spesso discusso: bassa autostima, scarsa immagine del corpo, disordini alimentari ed altri problemi.
Il dottor Philip Ney, uno psichiatra canadese esperto di sindrome del sopravvissuto in seguito ad aborto, ha scritto che i figli che sopravvivono, inclusi quelli che sanno solo intuitivamente di aver perso fratelli coll’aborto, possono sviluppare una mentalità da “voluto” che li porta a vedere se stessi come oggetti e non persone. Questi figli cercano di essere il figlio perfetto per dimostrare ai propri genitori di essere degni.
Frances e Henry Fonda
L’attivismo pro aborto di Jane potrebbe anche essere un risultato diretto dei nove aborti della madre e del successivo suicidio. I ricercatori sostengono da molto tempo che l’alto tasso di aborti ripetuti è una conseguenza della ri-attuazione post traumatica, un meccanismo inconscio di adattamento che spinge le persone a ripetere un’esperienza anche se è stata terribile, come maniera di giustificarla o normalizzarla.
Forse un modo con cui Jane ha cercato di dare un senso al passato tormentato della madre è stato di normalizzarlo sostenendo che l’aborto sia una cosa buona, un diritto a disposizione di ogni donna.
Le recenti riflessioni di Jane, includendo un blog che tiene sul suo sito, mostrano che con l’invecchiare ella sta diventando sempre più introspettiva. Ha chiesto scusa per il suo incontro controverso con soldati nord vietnamiti durante la guerra del Vietnam e sostiene persino l’astinenza nel suo libro “Being a Teen”. Forse possiamo aspettarci che un giorno cambierà le proprie opinioni sull’aborto e discuterà onestamente di come si è sentita a sapere di non essere una di due figli, ma una di 11.
Quando sarà pronta per fare questo passo, spero che cercherà la guarigione e troverà finalmente la pace che l’ha sfuggita.


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