Le menzogne della propaganda abortista / 1

2010-02-28

Un’amica mi ha inviato un articolo comparso ai tempi della propaganda per la legalizzazione dell’aborto in Italia. Si tratta di una sorta di breve fotoromanzo condito da una marea di menzogne. Rimandando ad un post successivo la disamina dell’articolo, ve lo propongo tal quale.



Le menzogne della propaganda abortista / 2


17 commenti:

Angelo ha detto...

3 milioni di aborti clandestini l'anno, 2000 donne morte, ... Insomma, i soliti dati falsi.

agapetòs ha detto...

L'articolo rigurgita falsità da ogni parola. Prossimamente pubblicherò un post dove verranno smontate una ad una.
Grazie per la visita e per il commento.

Giovanni

Anonimo ha detto...

Ciao Giovanni.

Scorrendo all'indietro gli articoli postati sul tuo blog, ho trovato questo bel documento dell'epoca. Grazie di averlo postato.
Restituisce il clima di un'epoca che io vissi solo di sfuggita, considerato che ero poco più di una bambina.
Però, non appena mi fu spiegato cosa fosse l'aborto e perché se ne discutesse tanto, non so perché, ma iniziai a interessarmene. Ricordo che a 12-13 anni ascoltavo di nascosto Radio Radicale, sentivo le cifre di aborti che hai riportato tu e trasalivo: in effetti, favorevole alla legge 194 diventai allora e lo sono rimasta (alla clandestinità non si dovrà tornare mai più),ma non fu comunque onesto impressionare la gente (me compresa) con argomentazioni false.

Marina (aka Asiel)

P.S. Ho passato la tua info alla ragazza. Speriamo che accetti di andare a vedere di che si tratta.


n fu onesto vincere usando argomentazioni false come

agapetòs ha detto...

Vedi, in realtà ai radicali degli aborti clandestini non è mai fregato nulla, tanto è vero che
1) li praticavano loro stessi;
2) sui loro siti puoi trovare anche oggi ricette per "aborti fatti in casa";
3) nel 1976 ci fu il disastro di Seveso ed un drappello di radicali/femministe si recò in loco con cartelloni con scritto "o mostro o aborto". Il governo (democristiano) dell'epoca autorizzò gli aborti eugenetici e così una trentina di donne abortirono. I bimbi risultarono poi tutti sani (leggi anche qui) e furono, loro, le vere vittime del disastro di Seveso.
4) gli aborti clandestini continuano ad esserci tutt'ora (motivi di riservatezza - aborti al terzo trimestre), ma oggi non sembrano più importare molto.

In compenso con la legge è stato introdotto il "diritto" all'aborto, e la soppressione di un figlio quando è più piccolo ed indifeso è diventata per molti moralmente indifferente. La soppressione di un figlio di cui si abbia anche il lontano sospetto possa essere malformato poi è diventata routine (leggi anche qui).

E mentre ogni anno lo stato spende attorno ai due-trecento milioni di euro per gli aborti, se una donna decide di non abortire non le viene data una lira, anzi, se possibile, le si toglie il bambino (leggi qui)

Insomma, con la legge 194, lo stato italiano non ha solo ucciso cinque milioni (finora) dei suoi figli, ha ucciso anche le sue fondamenta morali.
Giovanni

PS Spero davvero che la tua amica riesca a farsi aiutare.

Anonimo ha detto...

In un link postato in una tua precedente risposta, riguardante la "prevenzione" della talassemia ottenuta con l'aborto, avevi scritto questo:
« figli superstiti che si accorgono che se fossero stati malati sarebbero stati fatti fuori. »

Non sai quanto tu abbia toccato un punto che mi sta a cuore.
E' vero, verissimo: non solo l'aborto terapeutico, ma la stessa "semplice" diagnosi prenatale ha di fatto modificato la relazione madre-figlio ch esi stabilisce anche prima della nascita.
Io mi sono sottoposta a screening pre-natali nelle mie due gravidanze: in entrambi i casi sono risultati positivi, per cui ho scelto di avere la certezza che solo esami invasivi potevano offrirmi.
Ho capito sulla mia pelle una cosa: l'attesa del verdetto interrompe bruscamente la relazione che la madre sta intessendo col figlio; non si permette più di amarlo, perché sa che forse sceglierebbe di dirgli addio, se l'esito non fosse rassicurante.
E, per quanto poi il rapporto venga ripreso, resta comunque un'ombra impercettibile...
Non è facile da spiegare, ma spero di essere riuscita a farmi intendere.

Ciao Giovanni.

agapetòs ha detto...

Copio e incollo questo commento da cui ho rimosso un 'dato sensibile'

Ciao Giovanni.

Rispetto a quanto osservi tu, penso che all'epoca radicali e femministe praticassero aborti clandestini, che poi pubblicizzavano, col chiaro intento di giungere alla legalizzazione dell'IVG.

- Su Seveso, è ovvio che anche questo evento fu strumentalizzato allo stesso scopo, ma non so quanto ciò sia avvenuto in malafede.
Mi spiego: cosa si sapeva della diossina all'epoca? Si era già a conoscenza del fatto che non producesse effetti rilevanti sul feto?

- Dove trovo sui loro siti ricette di "aborti fatti in casa"? Non scriverlo qui, per favore, che questi posti sono anche letti da chi cerca info su come interrompere la gravidanza illegalmente, ma sotto ti lascio una delle mie e-mail e se mi manderai qualche link, te ne sarò grata.

- E' vero che gli aborti clandestini continuano a esistere, ma ne usufruiscono in massima parte donne straniere, che temono di essere denunciate, se sono irregolari; le donne che desiderano solo riservatezza, oltrepassano semplicemente il confine (un terzo degli aborti nel Ticino è fatto su italiane);

- Ho letto l'articolo sulla talassemia. In realtà, accanto ai due metodi di "prevenzione" suggeriti dal medico, ne esiste anche un terzo, che in Italia è vietato, cioè la diagnosi pre-impianto.
Siamo all'assurdo che le coppie che non possono recarsi a Istanbul per la PGD, giocano alla roulette russa e verificano con la villo se il figlio che aspettano è sano o portatore sano della malattia, altrimenti abortiscono anche due o tre volte (sul forum di IVG è capitato qualche caso).

- Sull'aborto terapeutico, avrei MOLTO da dire perché mi ha riguardata personalmente, non nel senso che lo abbia fatto, ma perché mi fu proposto da due medici incoscienti per il mio secondo figlio, a causa di una piccola anomalia cromosomica di cui è portatore.
Io non sono contraria al fatto che sia legale, ma credo che TROPPO spesso sia proposto con superficialità e senza i dovuti approfondimenti diagnostici, per il timore di ripercussioni legali.

- Infine, sulla vicenda della ragazza cui è stato sottratto il figlio neonato, tutti hanno commentato al riguardo che i Tribunali non allontanano mai i bambini dai genitori per mere ragioni economiche, ma per motivazioni ben più consistenti.
Purtroppo, una testimonianza che era giunta sul forum e che feci eliminare dalla moderazione perché "pericolosa" per l'autrice, sembra darti ragione.

- Non conoscevo la somma che lo Stato stanzia ogni anno per gli aborti: è una cifra enorme e spererei che almeno altrettanto fosse riservato in un fondo ad hoc per il sostegno a coppie e madri povere, ma uso il condizionale, perché penso che ciò non avvenga.

So che abbiamo opinioni diverse al riguardo e forse sbaglierò, ma sono convintissima che non ci sia alcun bisogno di toccare la 194: se esistessero fondi anche solo un po' più sostanziosi a sostegno del lavoro, dei nidi, delle maternità, sono certa che in Italia gli aborti calerebbero drasticamente, e per una semplice ragione: perché qui i bambini sono amati.
Sai, ho vissuto per qualche anno in un Paese ricco, con un ottimo welfare, ma dove il tasso di fecondità era più basso che non qui, perché lì i bambini sono sostanzialmente considerati delle palle al piede; qui, fortunatamente, non è così.

Buon fine settimana, Giovanni.

Marina / Asiel

agapetòs ha detto...

Ti rispondo con ordine:

- Su Seveso, è ovvio che anche questo evento fu strumentalizzato allo stesso scopo, ma non so quanto ciò sia avvenuto in malafede.

Beh la buonafede credo fosse la stessa con cui diffondevano dati di milioni di aborti clandestini. Il dottor Nathanson (ex abortista) ha spiegato bene come ha funzionato la faccenda negli USA (vedi qui)

Il fatto che gli aborti clandestini riguardino per lo più straniere non vedo che differenza faccia, ed una donna del centro-sud Italia è difficile che vada in Svizzera quando ci sono altre "soluzioni" molto più a portata di mano.

La diagnosi pre-impianto è un altro metodo barbaro. Uccidere un figlio perché malato, che abbia un'ora di vita o un mese o un anno dal punto di vista etico è uguale.
Hai mai visto questo straordinario video di Gianna Jessen? Te lo consiglio. A un certo punto lei (sopravvissuta miracolosamente all'aborto) dice: "Quando sento che si dovrebbero abortire i bambini con potenziale disabilità il mio cuore si riempie di orrore...Quale arroganza, quale assoluta arroganza è che i più forti debbano dominare sui deboli, debbano determinare chi debba vivere o morire. Non vedete, non comprendete l'arroganza di tutto questo?"

Fai conto che ogni aborto costa 1'500-2'000 euro, moltiplica per 130'000 e otterrai il totale. Non mi risulta esistere alcun fondo per madri povere. Gli unici che ci pensano sono i vari Centri e Servizi di accoglienza alla Vita, il progetto Gemma, la Caritas... I soldi lo Stato Italiano li spende per la morte, non per la vita.

Dai dati che si hanno risulta che ci sono molte donne che abortiscono e che sono sposate e con altri figli. La motivazione economica è una delle motivazioni, ma non è la sola. Il fatto è che quando un figlio viene considerato come una 'cosa', mentalità questa indotta dalla legge, la disponibilità ad accoglierlo, ovviamente, cala.

Non so dove tu sia vissuta, ma l'Italia ha un tasso di natalità tra gli ultimi al mondo (vedi qui ad esempio), attorno ad 8 nascite su mille abitanti e 1,4 figli per donna. Dietro di lei ci sono solo Giappone e Hong Kong. Alcune regioni del nord, peraltro sono anche sotto Hong Kong. Ormai la famiglia tipica sta diventando una famiglia con figlio unico, avuto sempre più tardi. Stanno venendo su generazioni per cui parole come 'fratello' e 'sorella' suonano come concetti astratti...
Naturalmente questa è una statistica sulla media. Sappiamo bene che in Italia ed in Europa le donne europee hanno un tasso di fertilità nettamente inferiore a quello delle donne immigrate. A Londra, ad esempio, il nome più comune tra i neonati maschi è Mohamed. Il gap tra i due tassi di fertilità nel giro di qualche decennio porterà i suoi frutti a maturazione...

E capisco benissimo cosa hai voluto dire riguardo al rapporto madre/figlio sotto la spada di Damocle di un esame diagnostico. Ti sei spiegata benissimo!

Buona domenica
Giovanni

Anonimo ha detto...

Ciao Giovanni.
Scusa il ritardo con cui rispondo, ma arrivo sempre con un po’ d’affanno dappertutto. :-D
Siccome sono un po’ logorroica e ho preparato una risposta lunga, l’ho divisa in varie parti. Mi spiace se forse qua e là ho ferito la tua sensibilità, ma amo la sincerità, anche se cerco sempre di usare il dovuto tatto.

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Avevi scritto:
Beh la buonafede credo fosse la stessa con cui diffondevano dati di milioni di aborti clandestini. Il dottor Nathanson (ex abortista) ha spiegato bene come ha funzionato la faccenda negli USA (vedi qui)
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Non mi stupisce il fatto che all’epoca fossero stati utilizzati metodi di marketing poco ortodossi e obiettivamente disonesti per suscitare nell’opinione pubblica una presa di posizione favorevole rispetto alla legalizzazione dell’aborto; la posta in gioco era altissima e probabilmente, nella coscienza di molti, autorizzava un gioco sporco: in palio c’era e c’è ancor oggi il controllo delle donne sul loro corpo e sulla loro maternità.
Non replicarmi, per favore, che le vite in gioco sono due; lo so benissimo e trovo francamente repellenti immagini come questa, soprattutto da quando sono diventata mamma:

http://3.bp.blogspot.com/_AAZXaTHtOSc/TOv36Y0Mm6I/AAAAAAAAACA/2cAf-iGwY2o/s1600/Immagine.JPG

Ciò nondimeno, alla fine, nonostante tutti gli aiuti e i percorsi che a una donna alle prese con una gravidanza indesiderata si possano offrire, io sono convintissima che a lei, e a lei soltanto, spetti realmente l’ultima parola su un evento così viscerale nel senso letterale del termine.

E, per tornare al tema iniziale, non giocò sporco in termini di marketing mediatico chi per mesi infangò in ogni modo il dignitosissimo padre di Eluana Englaro, definendolo financo un assassino (!), ma poi si guardò bene dal diffondere i risultati della perizia conclusiva, in base alla quale i “danni neuropatologici osservati erano morfologicamente irreversibili” e, quindi, non vi era speranza alcuna di recupero o di risveglio?

Mi sa che, in quanto a buona fede, la partita sia davvero apertissima. :-D

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Avevi scritto:
Il fatto che gli aborti clandestini riguardino per lo più straniere non vedo che differenza faccia, ed una donna del centro-sud Italia è difficile che vada in Svizzera quando ci sono altre "soluzioni" molto più a portata di mano.
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Fa una enorme differenza, invece.
Chi sia stato anche solo per poco a contatto con donne straniere irregolari, sa quale timore abbiano di incappare in controlli.
Dopo che era stata diffusa la notizia che i medici avrebbero avuto l’obbligo di denunciare, molte donne incinte hanno rinunciato ad andare in consultorio, così come altre hanno provveduto ad abortire da sole; del resto, non è una novità che si facciano spedire all’uopo dai loro Paesi della robaccia da amiche o parenti compiacenti.
Solo che, in questo bel clima di caccia alla strega straniera, giocano con la loro salute, spesso del tutto inconsapevolmente.

Anonimo ha detto...

SECONDA PARTE

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Avevi scritto:

Il fatto che gli aborti clandestini riguardino per lo più straniere non vedo che differenza faccia, ed una donna del centro-sud Italia è difficile che vada in Svizzera quando ci sono altre "soluzioni" molto più a portata di mano.
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Fa una enorme differenza, invece.
Chi sia stato anche solo per poco a contatto con donne straniere irregolari, sa quale timore abbiano di incappare in controlli: ho conosciuto persino ragazze che non si servono dei mezzi pubblici per la paura di essere identificate ed espulse:
Dopo che era stata diffusa la notizia che i medici avrebbero avuto l’obbligo di denunciare, molte donne incinte hanno rinunciato ad andare in consultorio, così come altre hanno provveduto ad abortire da sole; del resto, non è una novità che si facciano spedire all’uopo dai loro Paesi della robaccia da amiche o parenti compiacenti.
Solo che, in questo bel clima di caccia alla strega straniera, giocano con la loro salute, spesso del tutto inconsapevolmente.

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Avevi scritto:

La diagnosi pre-impianto è un altro metodo barbaro. Uccidere un figlio perché malato, che abbia un'ora di vita o un mese o un anno dal punto di vista etico è uguale.
Hai mai visto questo straordinario video di Gianna Jessen? Te lo consiglio. A un certo punto lei (sopravvissuta miracolosamente all'aborto) dice: "Quando sento che si dovrebbero abortire i bambini con potenziale disabilità il mio cuore si riempie di orrore...Quale arroganza, quale assoluta arroganza è che i più forti debbano dominare sui deboli, debbano determinare chi debba vivere o morire. Non vedete, non comprendete l'arroganza di tutto questo?"

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Sì, ho visto il video. Un mio amico, altrove, ha descritto Gianna Jessen come una leonessa e credo che sia una definizione calzante.
Ritengo, tuttavia, che spessissimo l’aborto non sia affatto vissuto come “arroganza del più forte sul più debole”, ma sia dettato da un’umanissima paura di non farcela di fronte a una diagnosi di disabilità.
E come dare del tutto torto a due genitori che siano coscienti di quanto NON faccia lo Stato per aiutarli nella loro opera faticosa, ma, anzi, faccia quanto in suo potere per sottrarre sempre più risorse e finanze alla cura dei più deboli?

Sulla diagnosi pre-impianto, io nutro un’opinione radicalmente diversa dalla tua. Non attribuisco minimamente dignità di persona a un ovulo fecondato e per giunta neppure impiantato: forse ti susciterà orrore, ma se fossi consapevole che mio marito e io fossimo, ad esempio, portatori sani di una condizione terribile come la SMA, farei sottoporre a diagnosi pre-impianto non uno, ma mille ovuli fecondati, se necessario. pur di avere la certezza di non trasmettere una simile malattia.
La vita di mille ovuli fecondati non equivale, a mio parere, alla sofferenza terribile di UN bambino in carne e ossa. Non ravviso in ciò alcuna barbarie.

Anonimo ha detto...

TERZA PARTE

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Avevi scritto:

Dai dati che si hanno risulta che ci sono molte donne che abortiscono e che sono sposate e con altri figli. La motivazione economica è una delle motivazioni, ma non è la sola.

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Sono stata quattro anni su un forum che tratta il tema delle IVG proprio per capire cosa spinga realmente le donne ad abortire.
Ho constatato come spesso il fattore economico sia ormai diventato preponderante, in OGNI condizione, soprattutto fra le donne sposate e con la responsabilità di altri figli: la prevalenza di contratti precari, la disoccupazione maschile sempre più elevata, sta generando situazioni al limite del vivibile.
E le famiglie d’origine, che un tempo erano il vero paracadute, sempre meno riescono a fornire un supporto.
Abbiamo creato una società precarizzata senza rete sociale alcuna: e i frutti, purtroppo, si traducono anche in tante nascite mancate.

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Avevi scritto:

Non so dove tu sia vissuta, ma l'Italia ha un tasso di natalità tra gli ultimi al mondo (vedi qui ad esempio), attorno ad 8 nascite su mille abitanti e 1,4 figli per donna. Dietro di lei ci sono solo Giappone e Hong Kong. Alcune regioni del nord, peraltro sono anche sotto Hong Kong. Ormai la famiglia tipica sta diventando una famiglia con figlio unico, avuto sempre più tardi. Stanno venendo su generazioni per cui parole come 'fratello' e 'sorella' suonano come concetti astratti...
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Sono vissuta in Germania, che, stando al tuo grafico, ha il nostro stesso tasso di natalità. Là là gli assegni familiari sono elevatissimi; se una ragazza è una studentessa nubile, può proseguire la sua formazione contando su baby sitter pagate dallo Stato; una madre ha diritto a conservare il proprio posto di lavoro per tre anni dalla nascita.
Eppure, nascono pochissimi bambini. Tutto ciò ha un nome che in italiano neppure esiste (e ciò è sintomatico): è la “Kinderfeindlichkeit”, l’avversione ai bambini; sin da piccolissimi, devono stare bene irregimentati, tranquilli e silenziosi. Ė anche per questo che molti miei amici tedeschi non hanno voluto figli.
Per converso, sono invece certa che se lo Stato approntasse in Italia anche solo un terzo delle agevolazioni tedesche, noi accoglieremmo tanti bambini in più, perché qui sono comunque ancora amati e non considerati un ingombro.

Anonimo ha detto...

QUARTA PARTE

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Avevi scritto:
Sappiamo bene che in Italia ed in Europa le donne europee hanno un tasso di fertilità nettamente inferiore a quello delle donne immigrate. A Londra, ad esempio, il nome più comune tra i neonati maschi è Mohamed. Il gap tra i due tassi di fertilità nel giro di qualche decennio porterà i suoi frutti a maturazione...
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Ė un discorso delicatissimo, da condurre sul filo del rasoio. Mi arrischio egualmente a farlo.
In altre culture, la procreazione è ritenuta un fatto ineluttabile, come il sole e la pioggia. Da noi no, è una scelta, un evento squisitamente privato.
Io ritengo corretta questa visione, perché la maternità e il corpo delle donne non possono essere ritenuti un fatto sociale, ***da usare spesso anche in chiave nazionalista o etnico-religiosa***, della serie: “ Se non ci sbrighiamo a fare figli, presto spariremo e diventeremo una nazione islamica! “
Secondo le brutali semplificazioni prodotte da determinate ideologie, i ventri delle donne sarebbero quasi un prolungamento dei destini della nazione.
Tuttavia, di là da questi deliri, io ho desiderato dei figli non solo per me stessa, ma anche perché per me rappresentano l’ultima catena di un anello generazionale cui sono fortemente legata.
Le mie radici più profonde sono per metà in un minuscolo paese del Monferrato: io so che vengo da quelle colline e da quelle zolle, da quei volti scavati ancora oggi dal sole; so che al cimitero del paese sono sepolti i trisavoli dei miei figli. Cerco di trasmettere loro tutto questo, di modo che un giorno sappiano da dove vengono.
Ma questa trasmissione della memoria si sta ormai inesorabilmente spezzando, corrosa dalla varechina della modernità e, ovviamente, dal fatto che manchi sempre più la “materia umana” cui perpetuarla (tanto per precisare, io non sono una nostalgica revanchista, bensì una che vota molto a sinistra. Solo, sono abituata a non ragionare MAI per slogan).

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Avevi scritto:

E capisco benissimo cosa hai voluto dire riguardo al rapporto madre/figlio sotto la spada di Damocle di un esame diagnostico.
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Si dovrebbe però spiegare chiaramente alle madri quali conseguenze emotive generi la diagnostica prenatale. Non vi è solo il discorso “bambino sano / bambino malato”: la diagnosi prenatale può alterare anche il rapporto con il figlio nato, se si sa, come nel mio caso, che al 95% non si sarebbe accolto un piccolo con dei problemi.
Ti racconto una cosa.
Io ho una bambina di sette anni, di straordinaria intelligenza e sensibilità (ogni scarafone è bello a mamma sua :-D ).
Qualche tempo fa, a causa della mia sbadataggine, ha trovato gli esiti di un esame delle beta che avevo fatto per escludere tassativamente una terza gravidanza.
Mi ha chiesto di cosa si trattasse e io, che ritengo che i figli abbiano SEMPRE diritto alla verità, gliel’ho spiegato.
Con la sua aria fiduciosa, mi ha messo una mano sulla pancia, mi ha guardata e mi ha detto: « Tanto, mamma, se tu avessi avuto un bambino nella pancia, non avresti potuto fare nulla. Se ne sarebbe stato lì al calduccio e poi sarebbe nato. »
Per la prima volta nella mia vita, ho taciuto. L’aborto è qualcosa di troppo grande per un bambino.

Tanti auguri di Buon Anno, Giovanni!

Marina / Asiel ( o come vuoi tu. Ormai l'identità virtuale è un altro vestito per me,dopo tanti anni che la uso :-D )

Anonimo ha detto...

QUINTA PARTE (sigh, mi autoflagello!!! )

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Avevi scritto:

E capisco benissimo cosa hai voluto dire riguardo al rapporto madre/figlio sotto la spada di Damocle di un esame diagnostico.
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Si dovrebbe però spiegare chiaramente alle madri quali conseguenze emotive generi la diagnostica prenatale. Non vi è solo il discorso “bambino sano / bambino malato”: la diagnosi prenatale può alterare anche il rapporto con il figlio nato, se si sa, come nel mio caso, che al 95% non si sarebbe accolto un piccolo con dei problemi.
Ti racconto una cosa.
Io ho una bambina di sette anni, di straordinaria intelligenza e sensibilità (ogni scarafone è bello a mamma sua :-D ).
Qualche tempo fa, a causa della mia sbadataggine, ha trovato gli esiti di un esame delle beta che avevo fatto per escludere tassativamente una terza gravidanza.
Mi ha chiesto di cosa si trattasse e io, che ritengo che i figli abbiano SEMPRE diritto alla verità, gliel’ho spiegato.
Con la sua aria fiduciosa, mi ha messo una mano sulla pancia, mi ha guardata e mi ha detto: « Tanto, mamma, se tu avessi avuto un bambino nella pancia, non avresti potuto fare nulla. Se ne sarebbe stato lì al calduccio e poi sarebbe nato. »
Per la prima volta nella mia vita, ho taciuto. L’aborto è qualcosa di troppo grande da spiegare a un bambino.

Tanti auguri di Buon Anno, Giovanni!

Marina / Asiel

agapetòs ha detto...

Tanti cari auguri anche a te!
E ti risponderò... l'anno prossimo :-)

Anonimo ha detto...

Va benissimo.
Io parto per un po' :-)

Solo, ho visto che, nel copia-incolla, ho ripetuto per due volte alcune parti.
Per esempio, puoi cancellare tranquillamente l'ultimo commento, tanto è già contenuto nel penultimo.
Scusa del pasticcio e prometto di scrivere MOLTO meno in futuro!

Ancora buon anno!

Marina

agapetòs ha detto...

Sì ho visto i commenti multipli e ho approvato solo un commento tra quelli uguali.
Ti ringrazio dei tuoi commenti, scrivi sempre quello che vuoi e quanto vuoi.
Buona trasferta!
Giovanni

agapetòs ha detto...

Io ti risponderò più brevemente - ma mica poi tanto... :-)

PRIMA PARTE

Ci sono alcuni principî che io ritengo fondamentali, tra i quali:
● il diritto alla vita viene prima di ogni altro diritto
● il fine non giustifica i mezzi.

Che poi l'essere umano sia tale sin dal concepimento non è un articolo di fede, è una constatazione biologica. Lo zigote ("ovulo fecondato" non è la stessa cosa ed è una terminologia molto cara a Planned Parenthood) è un nuovo essere vivente appartenente alla specie Homo Sapiens Sapiens. Del resto nel venire al mondo di un nuovo essere umano vi sono solo due discontinuità: il concepimento e la nascita.
Trovo più coerente Peter Singer che afferma che fino a due anni è lecito l'infanticidio perché non vi è autocoscienza (e il nostro Flamigni ha posizioni molto vicine a questa).
Per approfondire ti suggerisco i link "Intervista a Norberto Bobbio" e "Argomenti laici contro l'aborto" che trovi a sinistra nel sito alla sezione "Risorse".
Riguardo al caso Englaro, si aprirebbe un altro vasto filone... Eluana comunque non ce
l'hanno mai fatta vedere, ma esistono filmati su Terry Schiavo, anche lei lasciata morire di fame e di sete. I filmati che si trovano in rete sono in un formato poco usato, e allora li ho convertiti e messi in questo archivio zip che si può scaricare qui.
Ti dirò, se io avessi una figlia in quelle condizioni e credessi fermamente che la sua volontà è lasciare questo mondo e accondiscendessi a questa volontà, non la farei certo morire di fame e di sete.

agapetòs ha detto...

SECONDA (e ultima) PARTE

Riguardo agli immigrati irregolari, per la precisione, non è mai stato proposto l'obbligo di denuncia, ma la revoca del divieto di denuncia.

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Tu dici che il fattore economico è diventato preponderante: bisogna intendersi. Quella ragazza che guadagnava solo 500 euro al mese non ha abortito sua figlia; tempo fa una ragazza napoletana ha detto che avrebbe abortito perché, pur avendo la casa di proprietà, il marito guadagnava "solo" 1300 euro al mese. E allora qui si tratta di
egoismo, di non volere fare il minimo sacrificio e la minima rinuncia.
In Francia ci sono molti più aiuti alle famiglie ma hanno anche molti più aborti di noi. Nel momento in cui l'aborto diventa "moralmente indifferente" o "l'affermazione di
un diritto" - lo so che per te non è così, ma per molte donne lo è, e la propaganda Bonino-Turco è di tal fatta - abortire diventa un "rimedio" come un altro, non c'è aiuto che tenga.
In Italia non c'è la parola per l'avversione ai figli, ma il risultato... è lo stesso. E' la mentalità la chiave di tutto. Gli aiuti economici, ben vengano, e vorrei anch'io fossero maggiori, almeno tanto quanto lo Stato spende per gli aborti, ma le
cifre dimostrano che non è questo il fattore fondamentale.

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Gli effetti demografici delle diverse natalità sono semplicemente un dato di fatto. Diversi studiosi ritengono che il calo della natalità tra gli antichi Romani abbia contribuito al crollo dell'Impero. Le popolazioni germaniche spingevano da secoli ma, nel momento in cui la popolazione romana era più vecchia, con meno giovani e meno soldati, hanno sfondato. Recentemente c'è stato il caso del Kossovo, regione storicamente serba da circa un millennio. I serbi a un certo punto hanno fatto meno figli, i musulmani di più e... ecco che i serbi son diventati minoranza con tutto quello che ne è conseguito.
Nel caso dell'Occidente, il terrore (persino South Park si è autocensurato perché l'autore teneva cara alla sua gola!) e le assurdità come ad esempio quella per cui in Gran Bretagna può essere applicata anche la Sharia, renderanno il tutto ancora più facile. L'Occidente sta rinnegando le sue radici e le sue tradizioni, mentre i musulmani le hanno ben chiare, e quando possono le impongono.

Riguardo alla stupenda risposta di tua figlia: «Tanto, mamma, se tu avessi avuto un bambino nella pancia, non avresti potuto fare nulla. Se ne sarebbe stato lì al calduccio e poi sarebbe nato», mi viene solo da ricordare una frase pronunciata duemila anni fa: «Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il regno dei cieli».

A risentirci e... ti saluta tanto la nostra comune amica!

Giovanni