Sapevo che era un bambino, ma negavo la realtà per alleviare il dolore

2008-06-16

La mia storia comincia quando mio padre abusò fisicamente e sessualmente di me quando avevo sei anni. Mia madre alla fine lasciò mio padre e tornammo nel Missouri sudorientale a vivere con mia nonna.
A 17 anni andai via di casa e mi diressi verso una città più grande. Ero una ragazza di provincia giovane e ingenua. Non molto tempo dopo essere arrivata fui violentata. Circa un anno dopo cominciai una relazione con un uomo sposato molto più vecchio. Dopo che la relazione era finita lui mi disse che stavo cercando una figura paterna: era proprio vero! Avevo sempre bisogno che gli uomini mi dicessero che ero bella perché mi aiutava ad alleviare il vuoto che sentivo dentro.
Alcuni anni dopo mi sposai ed ebbi due figlie stupende. Nel 1980, a 33 anni, divorziai e diventai una ragazza madre, cominciai una nuova carriera nel settore dei viaggi. Mentre ero fuori città, incontrai un uomo al ristorante di un hotel. Da cosa nasce cosa, e il resto è storia. Qualche settimana dopo, lo chiamai per fargli sapere che ero incinta, e lui offrì immediatamente il denaro per l’aborto. Accettai la sua offerta, temendo che la gravidanza avesse un effetto negativo sul mio lavoro e sulla mia reputazione. Ma la mia paura più grande era il pensiero di cedere le mie figlie al loro padre se avesse saputo della gravidanza.
Il mio supervisore si offrì di andare con me alla clinica per aborti. Una volta lì, cercai di andarmene ma il mio supervisore mi disse che non avevo scelta. Oh, avevo una scelta certo; ma, purtroppo, feci quella sbagliata.
Sedetti in quella fredda stanza con altre donne quel giorno, fissando il vuoto. Guardai la tristezza nei loro volti e pensai: “Non ci vorrà molto ed avremo tolto le vite ai nostri bambini”.
Mentre ero sdraiata sul tavolo per l’aborto ed il mio bambino veniva succhiato via dal mio corpo, non comprendevo quanta sofferenza ci sarebbe stata. Sapevo che era un bambino, ma negavo la realtà per alleviare il dolore.
Poco dopo l’aborto cominciai a bere. Essere nel settore viaggi mi dava la possibilità di socializzare con gli uomini e presto ne seguì la promiscuità. La maggior parte delle persone pensavano che io fossi una del “jet set” e che facessi una “bella vita” per via del mio lavoro; in realtà, stavo lottando finanziariamente e mi odiavo per il modo in cui vivevo.
Misi su una facciata, ma la mia vita continuava a spiraleggiare verso il basso mentre i ricordi del mio bambino rimanevano. Credo nel mio cuore che fosse un maschietto. Ho sempre sentito la mancanza di mio figlio ma specialmente nel giorno che sarebbe stato il suo compleanno.
Dopo aver tenuto il mio segreto per 24 anni, parlai alle mie due figlie dell’aborto. Rimasero del tutto shockate ed incredule. Compresi che l’aborto non aveva ferito solo me, ma aveva ferito anche loro.
Poco tempo dopo, un’amica mi chiamò e mi chiese come stavo. Mi disse quanto sentiva il bisogno di pregare per me. Quando le parlai del mio aborto, lei lo riferì ad una sua amica che pure aveva abortito.
Il giorno dopo questa cara signora chiamò e parlammo delle nostre storie. Mi sembrava che si aprissero le cateratte, e cominciai a piangere. In seguito, cominciai un corso biblico in un programma di recupero dall’aborto. Compresi che c’erano donne ferite come lo ero io. Non avevo capito quanto ero arrabbiata in realtà o quanto la mia rabbia avesse danneggiato i rapporti con tanta gente.
Ho preso parte ad una cerimonia in memoriale. È stata incredibilmente emozionante ma necessaria, e ha portato a conclusione la morte di mio figlio che ho chiamato Jeremiah.
Ora sto promuovendo uno corso biblico per riprendersi dall’aborto con altre donne che sono state ferite dall’aborto. A causa di tutte queste parti fondamentali del viaggio, è stato sollevato un peso.

Paula Talley è cresciuta nel “tacco dello stivale”, la regione sudorientale del Missouri ed è andata via di casa a diciassette anni per andare a Memphis nel Tennessee.
Paula lavora nel settore viaggi da 29 anni. Ha due meravigliose figlie: Jill, che sta a St. Louis e Paige che sta a Little Rock, Arkansas.
Si è spostata da Memphis a St. Louis nel 1987 per sposare il suo amico d’infanzia che non vedeva da 25 anni.
Larry Talley morì nel 1999, è stato malato per sette sui dodici anni in cui sono stati sposati. Ha sofferto di cancro, infarti, diabete ed altri problemi di salute.
Ha sofferto, ma ha vissuto la vita. La sua filosofia di vita era “Dio ci comanda di camminare nella luce”. Non aveva bisogno che la gente gli dicesse che cosa fare quanto di sostegno amorevole e “chiunque può farlo”.
Era l’Amore della vita di Paula e lei ha fatto tesoro di ogni istante fino a quando è mancato.
Paula è la direttrice per il Missouri di Operation Outcry e condivide la storia del suo aborto ed il suo viaggio di guarigione nelle chiese, nei centri di aiuto alla gravidanza, con i legislatori ed i mass-media. Paula ha la passione di aiutare le altre che sono state ferite dall’aborto affinché giungano a conoscere la speranza e la guarigione disponibile attraverso Gesù Cristo.
Lei dimostra che le avversità non devono fermare la nostra vita o farci sprofondare nella disperazione, ed è la prova vivente che le prove possono essere tappe per la vittoria.

http://64304.netministry.com/images/PaulaTalley-Feb2007.pdf
http://www.operationoutcry.org/pages.asp?pageid=27781


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