Una cicatrice nell’anima

2012-03-25

La testimonianza di un padre che ha assistito impotente all’uccisione di due suoi figli.

La mia anima porta una nuova cicatrice. Il dolore è fresco e acuto, e so che anche se il tempo potrebbe vedere il dolore dissolversi, non mi riprenderò mai completamente da quello che ho visto e fatto. Perché ho fallito, intenzionalmente e consapevolmente, nel primo dovere di un genitore: proteggere la vita di due dei miei figli.
Mia moglie e io volevamo figli; purtroppo, dovemmo ricorrere alla fecondazione in vitro per realizzare questo sogno. Dopo diversi cicli e impianti multipli di embrioni, abbiamo accolto la nostra benedizione da D-o, che è la luce delle nostre vite.
Recentemente, abbiamo provato ad averne un altro.
“Piove sempre sul bagnato”, disse lo specialista in fertilità: dei tre embrioni che erano stati impiantati, tutti e tre avevano attecchito. Fummo messi di fronte alla notizia di tre gemelli. Sono rimasto scioccato, sapendo il peso che avrebbe comportato, ma dal momento che D-o ce ne aveva dati tre, ero disposto a fare tutto ciò che dovevo fare per aiutare, gestire e provvedere.
Mia moglie? Scattò qualcosa. Insisteva che dovevamo fare una “riduzione selettiva” da tre a uno, altrimenti avrebbe abortito completamente. Era irremovibile. Non ne avrebbe portati tre. Non ne avrebbe portati due.
Mi trovai di fronte ad una decisione come per Coventry: salvarne uno o non salvarne nessuno. Scelsi la prima possibilità, anche se provai più volte a convincerla di tenerne almeno due. Non ci riuscii.
Di punto in bianco, il medico che avrebbe effettuato la procedura ci disse che avrebbero iniettato cloruro di potassio nella placenta per fermare i cuori. Di punto in bianco ci dissero che era indolore. Anche allora, sapevo che mi mentivano, ma visto che non avevo scelta, acconsentii comunque. Il mio mantra divenne “salvarne uno o non salvarne nessuno”.
Prima della procedura, gli occhi di mia moglie si gonfiarono di lacrime, chiese al dottore più e più volte se avrebbero sentito dolore, e mi rassicurarono che non l’avrebbero sentito. Chiesi ancora a mia moglie se era sicura, perché una volta fatto, non si poteva tornare indietro. Disse di essere sicura, ma le sue lacrime e il suo sguardo che distoglieva deliberatamente dallo schermo, e il suo desiderio che neanch’io guardassi, mi dissero la verità: anche lei sapeva che questo era sbagliato. Volevo insistere affinché guardasse, ma penso che la sua mente, già incrinata dalla notizia dei tre gemelli, si sarebbe spezzata del tutto se avesse visto le immagini sullo schermo. E per salvarne uno, e per amore del figlio che già avevamo, avevo bisogno che mia moglie fosse sana di mente.
Mia moglie non guardò, ma io dovevo guardare. Dovevo sapere cosa sarebbe successo ai miei figli. Dovevo sapere come sarebbero morti.
Ognuno si ritrasse, spingendosi via, mentre l’ago entrava nel sacco amniotico. Non fecero l’iniezione nella placenta, ma direttamente nel tronco di ciascun bambino. Tutti e due si contrassero mentre l’ago perforava il corpo. Vidi il cuore fermarsi nel primo, e anche il mio quasi si fermò. Il cuore dell’altro combatté, ma dieci minuti dopo guardarono ancora, e anch’esso si era fermato.
I medici hanno avuto la sfacciataggine di chiamare “medicina” il cloruro di potassio, la sostanza chimica che ha fermato i cuori dei bambini. Volevo chiedere loro che cosa stavano cercando di curare, la vita? Ma le parole amare non avrebbero riparato ciò che era accaduto. Ingoiai ogni cosa che avrei potuto dire.
So che sentirono dolore. So che provarono panico. E so che questo è stato un omicidio. Ebbi una magra consolazione nel sapere che, per quanto possiamo dire, il sopravvissuto sta ancora bene, e nel sapere che questa decisione non è venuta da me; avrei accettato la possibilità di avere tre gemelli, anche con tutto il lavoro e lo sforzo che avrebbe richiesto. Prego che questo bambino arrivi alla conclusione della gravidanza, nasca in questo mondo vivo e vegeto, e so che lui o lei avrà tutto il nostro amore.
Ma quella cicatrice emotiva mi farà male per tutta la vita. Vedo il sorriso di mio figlio ogni notte e me ne prefiguro uno nuovo tra pochi mesi... ma penso ai due sorrisi che non vedrò mai. Ogni giorno, tornando dal lavoro, mi sento dire “Ciao papà!” e so che ci sono due voci e due risate che non sentirò mai. Gioco con mio figlio e lo coccolo, e non vedo l’ora di fare lo stesso con il secondo... ma so che ci sono due paia di mani che non toccheranno mai le mie, due decine di dita dei piedi che non saranno mai contate, due abbracci che saranno per sempre assenti dalle mie braccia.
Prego D-o ogni giorno perché prenda con sé quei due innocenti, li accolga, e ogni giorno chiedo a loro di perdonarmi. E così farò per il resto della vita. Non so quale equilibrio troverà mia moglie mentalmente e spiritualmente. Questo è affar suo, ed è un peso che deve portare la sua coscienza.
Ma non fatevi ingannare da nessuno. Non è indolore per il bambino, e chiunque dica il contrario è un bugiardo. L’aborto non è la rimozione di un mucchio informe di cellule, è un infanticidio. Abbiamo riportato in vita la pratica del sacrificio di bambini alle nuove divinità del sesso casuale e della convenienza. Razionalizziamo la realtà dell’omicidio alterando la nostra prospettiva della vita nascente attraverso eufemismi come “feto” o descrizioni di “un grumo di cellule”... proprio come i nazisti si convinsero che le persone che urlavano mentre venivano fucilate o gasate erano “Untermenschen”, subumani, e quindi potevano essere sterminati senza sensi di colpa.
Questo è il modo con cui ogni colpevole di genocidio ha sempre razionalizzato le sue azioni. Facendo altrettanto, condanniamo le nostre anime.
Ho pianto di gioia, qualche anno fa, quando ho visto il battito del cuore del mio primo figlio sullo schermo. E ora piango con un grande dolore ricordando i due battiti cardiaci dei miei figli che venivano fermati. “Salvarne uno, o non salvarne nessuno" è stato oscurato da “Via, via, dannata macchia!” [riferimento al personaggio di Lady Macbeth] mentre mi chiedo come io possa riscattarmi.
Se, mettendo a nudo questa cicatrice perché altri la vedano, posso impedire un aborto, forse questo contribuirà a equilibrare la bilancia per quando mi troverò di fronte alla giustizia di D-o e finalmente incontrerò quei bambini, che spero mi perdoneranno per il mio fallimento.

 American Thinker: The New Scar on My Soul


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