La sindrome post aborto non esiste?

2010-07-13

Come riferito nel precedente post, vi è chi asserisce perentoriamente che la sindrome post-aborto, senza alcun dubbio, non esiste.
Oltre a rimandarvi al post sulla ricerca di David Fergusson – ricercatore ateo e pro-choice – effettuata in Nuova Zelanda su un campione di 500 donne seguite sin dalla nascita, vi propongo i risultati di una ricerca pubblicata nel 1996 sul prestigioso British Medical Journal a firma di Mika Gissler ed altri ricercatori finlandesi.
L’équipe di Gissler ha preso in considerazione i decessi di donne in età fertile avvenuti in Finlandia tra il 1987 e il 1994: essi sono stati 9192. Da questi sono stati poi estratti quelli dovuti a suicidio, ovvero 1347. Dagli archivi sanitari nazionali sono quindi state individuate le donne che, nei dodici mesi precedenti alla morte per suicidio, avevano concluso una gravidanza, differenziando tra donne che avevano partorito, donne che avevano avuto un aborto spontaneo e donne che avevano abortito volontariamente.
Se si rapportano i dati ottenuti al numero totale rispettivamente di parti, di aborti spontanei e di aborti volontari si ottiene l’eloquentissimo grafico riportato qui a destra.
Come si può ben vedere, il tasso di suicidi relativo alle donne che hanno partorito è generalmente inferiore alla media, quello delle donne che hanno avuto un aborto spontaneo è generalmente 1-2 volte superiore alla media, quello delle donne che hanno abortito volontariamente è nettamente superiore sia al tasso medio sia al tasso relativo all’aborto spontaneo.

Alcuni brani dell’articolo:
I nostri dati mostrano che il tasso di suicidi associato con la nascita è la metà del tasso generale di suicidi tra le donne tra 15 e 49 anni. Ciò fa pensare che una gravidanza portata a termine prevenga il suicidio o che le donne in grado di arrivare al parto non sono ad alto rischio di suicidio. L’unica eccezione potrebbe riguardare le madri adolescenti, il cui tasso di suicidio associato al parto è il triplo del tasso generale in quella fascia d’età. Questo è tuttavia un risultato incerto per via dei piccoli numeri.
Il tasso di suicidio dopo un aborto è il triplo del tasso generale di suicidio, e il sestuplo del tasso di suicidio associato alla nascita.

L’aumento del rischio di suicidio dopo un aborto procurato può, oltre a indicare fattori di rischio comuni a entrambi gli eventi, essere causato da un effetto negativo dell’aborto volontario sul benessere mentale. Con i nostri dati non è stato però possibile studiare la causalità più attentamente. I nostri dati tuttavia mostrano chiaramente che le donne che hanno abortito hanno un maggior rischio di suicidio, cosa di cui si dovrebbe tener conto nella prevenzione di queste morti.

Dunque, è proprio vero che la sindrome post aborto non esiste?

P.S. La ricerca è stata effettuata da un’equipe di tre ricercatori finlandesi, e considerando che il cattolicesimo in Finlandia ha una diffusione dello 0,2%, la probabilità che i tre ricercatori siano cattolici è meno di una su cento milioni...

Mika Gissler et al., Suicides after pregnancy in Finland, 1987-94: register linkage study, BMJ 1996;313:1431-1434 (7 December) 


1 commenti:

mainer ha detto...

Questi dati fanno emrgere con forza l'incoerenza della propaganda abortista:

- si ostina a sostenere che la donna deve essere libera di abortire e che se abortisce lo fa pienamente consapevole delle conseguenze

- quando poi gli si dimostra quali sono le conseguenze reali, le scansa, come se fossero opinabili, lasciando alla donna l'intero peso dell'azione che, spesso, è stata convinta a fare.