L’aborto non è un regalo

2008-04-26

Molta gente direbbe che l’ho imparato a mie spese. In questa vita mi sono imbattuta in molti problemi tra i quali aborti, la morte di un genitore, abuso sessuale, violenza, avendo anoressia e comportamento sessuale compulsivo come parti importanti della mia vita. Ho abortito due volte, la prima volta nel 1990 e la seconda nel 1993.
Abortii la prima volta a 18 anni. Rimasi incinta perché il preservativo si ruppe. Il giorno dopo andai alla clinica per la “pillola del giorno dopo”. Nonostante la sua alta percentuale di successo, rimasi incinta. Io, da sola, decisi di abortire. Il mo ragazzo allora era molto solidale e avrebbe accettato la gravidanza. Ruppi la relazione con lui. L’aborto avvenne in un policlinico, nel 1990. Ero incinta di tre mesi e sotto anestesia generale. La mia decisione sembrava presa così fermamente che nessuno cercò di convincermi a fare altrimenti o mi parlò delle complicanze psicologiche che possono sorgere in seguito.
L’aborto sembrava ridestare ricordi della mia infanzia. Per capire che cosa accadde allora, dovete sapere che ero in un college militare e facevo del mio meglio per essere come un uomo. Infatti quando mi sono trovata incinta mi sembrava molto strano. Non potevo assolutamente vedermi con un bambino nella pancia. Il mio corpo era uno strumento da usare ed ero estremamente scissa dalle mie emozioni e dalle mie sensibilità. Con l’aborto cominciai a sentire il dolore della mia infanzia. Appena un po’, quanto basta perché i miei ricordi riprendessero la loro strada, poco a poco, verso la mia coscienza. Rimanere incinta ed abortire mi ha profondamente influenzata e dovetti lasciare il college. Fui congedata, ufficialmente per “problemi familiari”.
Il mio secondo aborto avvenne alla fine dell’estate 1993. Un’altra volta avvenne la stessa cosa: il preservativo si ruppe (il tipo con cui stavo allora era solo un’avventura…) ed il giorno dopo presi la pillola del giorno dopo, che non funzionò come la prima volta… Stavo diventando veramente sconvolta dal 98% di efficienza della pillola del giorno dopo. Era dura da mandar giù e cominciai a pensare che gli anticoncezionali fossero una bugia per le donne. I preservativi non sono poi così resistenti, la pillola del giorno dopo non è tanto efficiente… Comunque ero rimasta incinta una seconda volta e abortii molto precocemente nella gravidanza (circa sei settimane). Ma mi sentii in maniera diversa dal primo aborto. Ero triste di lasciare il mio stato di gravidanza perché mi sentivo molto bene nel mio corpo quando ero incinta. Ahimè, la realtà era che non volevo avere un bambino senza un padre, che era la mia situazione allora. Così andai ad abortire. Da un punto di vista medico, l’intervento andò bene. Non ebbi complicazioni perché andai ad un corso di aerobica lo stesso giorno (tanto per dire quanto ero dura con me stessa e con le mie capacità). Una mia amica mi accompagnò ed era lì per sostenermi. Fu di grande aiuto.
Malgrado i miei due aborti, continuai a dire che gli aborti non erano tanto difficili come prendere la pillola del giorno dopo. Nei giorni in cui presi la pillola stavo molto male e ricordo ancora il tremito, il senso di svenimento, il sudore ed il senso di gelo che vennero dopo aver preso quella pillola. Non lo auguro a nessuna donna.
La parte peggiore degli aborti venne solo molti anni dopo. Fu nell’autunno del 1996 (sei anni dopo il primo e tre anni dopo il secondo) che attraversai una fase di scompenso. Avevo incubi in cui vedevo me stessa in un cimitero dove erano sepolte parti di bambino e tenevo un bambino morto tra le braccia e piangevo per quelli persi. Mi vedevo nuda in questo cimitero (molto simile ad un’immagine dell’olocausto) e tenevo un bambino morto cercando di riportarlo in vita. Ovviamente provavo rimorsi, sensi di colpa e vergogna per ciò che avevo fatto e questa parte fu molto difficile da riconoscere. In quel periodo della mia vita ero giunta a capire come il mio comportamento passato, il modo in cui ero stata allevata, e come tutto l’indottrinamento femminista che avevo dato per scontato, avesse ferito me quanto le altre donne. Vedevo che il mio rifiuto di accettare la mia identità femminile (e la capacità di dare alla luce un bambino ad essa associata) scaturivano dalla pressione di farsi valere in un mondo maschile (o così detto) con uno standard maschile. Abortire pigramente era la facile via d’uscita da una situazione scomoda in cui avrei dovuto accettare il mio corpo femminile, la mia identità, ed agire di conseguenza. Non lo feci finché nel 1996 cominciai a capire tutte le cose sbagliate che avevo accettato e commesso.
La maggior parte del dolore e della rabbia verso l’aborto ed il mio comportamento spensierato adesso sono finiti. Tuttavia, mi è rimasta una sfuggente nostalgia e spero di potere avere dei figli per conto mio tra qualche anno. Ero abituata ad essere ferocemente pro-scelta (il che significa aborto su richiesta e favorire l’aborto su ogni altra scelta), ora penso che l’aborto faccia male più di quanto sia una vera soluzione. Il problema non è accettare il fatto ce le donne possono fare figli e diventare madri. Direi che l’aborto aiuta più gli uomini che le donne. Penso che sia triste che gli uomini, statisticamente, appoggino l’aborto più che le donne (questo è ciò che mostrano le indagini). Forse gli uomini non capiscono o non accettano che avere dei figli è una parte integrante della sessualità femminile (una volta in una lezione di educazione sessuale, volevo che si parlasse delle gravidanze e di come si adatti nella sessualità della donne; il professore rifiutò l’argomento perché aveva idee giudeo-cristiane sulla sessualità. Voleva che la sessualità fosse separata dalla procreazione [questa in realtà non è certo un’idea cristiana n.d.R.]. Abbandonai la lezione…). Le femministe sono state molto rapide nel dire e nel ripetere che il corpo della donna appartiene alla donna e che gli uomini non devono dire una parola sulla decisione delle donne. Bene, è esattamente ciò che stanno facendo oggi. Loro dicono: È il loro corpo, è una scelta loro! Quanto è ipocrita, quanto ingannevole. Spero certamente che le donne si sveglieranno e rifiuteranno di pensare all’aborto come ad un regalo del femminismo, perché non lo è.
Spero che questa breve testimonianza dia sostegno alla vostra causa. Grazie mille.

http://www.priestsforlife.org/postabortion/casestudiesb/casestudy1830.htm


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