L’aborto ferisce, inganna e distrugge!

2008-07-18

In un giorno piovoso e ventoso del marzo 1978, mi mentirono in una clinica per aborti di Atlanta. Fui informata che ero troppo avanti nella gravidanza per avere un aborto D&C (dilatazione e raschiamento) e che avrei dovuto partorire un bambino morto. Mentre stavo uscendo, avendo cambiato idea sull’aborto, mi dissero che avevano commesso un errore, che potevano prendersi cura del mio “problema” e che sarei potuta tornare alla normalità in breve.
Diverse settimane più tardi, quando chiamai la clinica per aborti perché stavo sanguinando abbondantemente, mi informarono che era normale.
Quindi le Donne acconsentono all’aborto perché siamo spaventate a morte e ci manca l’informazione, la preoccupazione ed un saggio consiglio. Abbiamo paura di dirlo ai genitori o ai mariti, paura di non poter mantenere un figlio, paura che i nostri matrimoni falliscano, paura di dover smettere con la scuola o rinunciare alla carriera, paura che le nostre vite non continuino come avevamo progettato.
Come molte donne, credevo alla bugia che l’aborto è sicuro, veloce e fa andar via il problema. Credevo di non avere altra scelta. Feci la “scelta” disperata dell’aborto come ultima risorsa, non perché volessi veramente abortire. I termini usati dai medici abortisti sono molto fuorvianti. Parole come interruzione della gravidanza, estrazione mestruale, prodotti del concepimento e masse di tessuto. Contribuiscono solo alla nostra confusione. Tutti questi termini disumanizzano ciò che viene distrutto per ingannarci, e così inganniamo le altre. L’aborto ferisce, inganna e distrugge!
Andando dal dentista per farsi togliere i denti del giudizio, ci parlano delle possibili complicazioni che possono avvenire. Non mi parlarono dei possibili rischi per la salute fisica, della vita di depressione, paura, ansia, lutto, senso di colpa, e del rimorso o della vergogna. Non mi parlarono delle complicazioni che potevano provocare la sterilità.
Mi ci vollero oltre 24 anni per permettere a Dio di insegnarmi a perdonarmi. Non mi sembrava di meritare di essere perdonata. Meritavo una vita di punizione. Dopo aver completato un corso molto intenso di studi biblici, ho imparato a cominciare a guarire. Non fate lo sbaglio, la strada per la guarigione può essere lunga e dura. Ho fatto la scelta e ne ho pagato il prezzo, ma Gesù Cristo porta il mio fardello ora.
Dopo 24 anni sono libera. Cristo è la risposta per le donne in lutto per liberarle dal passato. Egli ha l’attività di prendere le vite spezzate e renderle integre. Ora so che c’è pace e guarigione per le donne ferite dall’aborto. Ora sono profondamente interessata a come si sentono le altre donne forzate a fare ciò che io feci. Non starò “Mai Più Zitta”.

Julie Thomas è di Atlanta, in Georgia. È da molto tempo impiegata in una grande compagnia aerea. È una madre single di due figli: una figlia che insegna nella zona di Atlanta ed un figlio di 14 anni. Fa parte della Chiesa Battista Sharon a McDonough, in Georgia.

http://www.operationoutcry.org/pages.asp?pageid=29197


1 commenti:

Sorriso cristiano ha detto...

Osservate quanto disprezzo hanno ricevuto queste parole sull'Espresso del 14/11/13.