Ho ancora dei flashback quando mi trovo in un bagno

2009-07-07

Ho abortito tre volte. Ogni volta è stato traumatico. La prima volta è stata nel 1969, la seconda nel 1978 e la terza nel 1987. Rimpiango seriamente ognuno dei miei aborti con ogni fibra del mio essere. Perché?
Beh, sono contenta che siate arrivati su questo sito web perché voglio spiegarvi come meglio posso perché sono pentita dei miei tre aborti.
Ogni aborto ha contribuito negativamente alla mia salute emotiva e mentale ed alla fine a 17 anni di cattiva condizione fisica. Le esperienze degli aborti hanno anche influenzato le mie relazioni coniugali. Ho divorziato tre volte.
Ecco la mia storia: ero sessualmente attiva col mio ragazzo nel 1969. Quando rimasi incinta ricordo che una ragazza mi disse: “Ehi, se rimani incinta basta che abortisci”. Era la cosa da fare nella California settentrionale all’epoca. Nel 1963 piombai nel bel mezzo della sottocultura della rivoluzione sessuale. C’era un atteggiamento del tipo “fallo se ti fa sentire bene” nella società, e naturalmente l’aborto era legale. C’era “contestazione”; una tendenza antiautoritaria che persisteva nei buchi neri della nostra società, stanca della guerra. Dio non era più ammesso nelle nostre scuole quando avevo 13 anni nel 1963. Il messaggio di “amore libero”, “figlio dell’amore”, “amante delle feste”, “figli dei fiori” non mi aiutò per nulla. Tutte quelle menzionate furono una storia senza sbocco. Era la “generazione dell’io”.
Ero come drogata di essere innamorata ed avevo fame dell’attenzione di un uomo. Non era droga o alcool, ma solo il vero amore di un uomo ciò su cui avevo concentrato la mia vita.
Dopo l’aborto sposai l’uomo di cui ero rimasta incinta e divorziammo sei anni dopo. All’epoca mi chiedevo: che cosa è in realtà questa cosa chiamata AMORE? Ero molto insicura e la mia autostima era quasi a zero ed ero così pronta per Planned Parenthood.
Mi convinsero che il mio bambino era un “ammasso di tessuto” e che la procedura era chiamata D&C [dilation and curettage: dilatazione e raschiamento]. Che voleva dire “dusting and cleaning” [spolverare e pulire]. Molto semplice, non ci vuole niente. L’esperienza fu un orribile permanenza di due giorni all’ospedale della contea ed ho ancora dei flashback ogni volta che mi trovo in un bagno, o in uno studio medico, o in un ascensore con una luce fluorescente in alto.
La seconda esperienza di aborto non fu migliore. Ero molto spaventata e stavo molto male. Fu finito in quindici minuti. Il mio ragazzo che diceva di volermi sposare ed avere un bambino mi portò a casa e non lo rividi mai più. Paura e rabbia stavano diventando un tratto permanente della mia psiche. Questa volta lo staff professionista di Planned Parenthood, che avrebbe dovuto avere a cuore il mio interesse, mi disse che quando avessi visto lo psicologo all’ospedale dovevo comportarmi in modo da sembrare incapace di intendere e volere e quindi da non potere portare avanti la gravidanza. Dovevo piangere molto ed allora mi avrebbero fatto abortire. All’epoca credevo ancora che il mio bambino fosse un “ammasso di tessuto”. Ricorda, tutto questo riguardava ME – e questo “problema” nel mio utero. A questo punto non c’era via di ritorno; volevo che il problema sparisse. L’uomo che amavo se n’era andato. Naturalmente ero a pezzi. Scoprii più tardi che era un uomo che con le donne era del tipo “prima le ami e poi le molli”.
Il terzo aborto fu incredibilmente duro per la mia psiche. Ero cristiana allora ma ero tanto spinta a cercare l’uomo che si sarebbe preso cura di me (e dei miei tre bambini). Andai ad un appuntamento, guardando la TV a casa sua. Guardammo “La storia infinita” (ironia della sorte!). La sua bambina e il mio bambino si addormentarono sul pavimento. Mi sdraiai sul divano di quest’uomo, molto stanca. (avevo la fibromialgia e fatica cronica all’ora). Per farla breve, il mio psicologo mi ha detto che è stato un “date rape” (stupro dopo un appuntamento, spesso dopo aver drogato la donna).
OK! Adesso ero incinta – e allora? Quest’uomo all’inizio non si assunse la responsabilità , e in una conversazione successiva acconsentì a pagare per metà l’aborto. La Women’s Health Clinic (l’insegna avrebbe dovuto essere “unhealthy clinic” – clinica malsana) era giusto dall’altra parte della strada rispetto al mio appartamento. Che convenienza! Sono felice di dirvi che adesso questa clinica non è più là!
Il medico abortista mi fece un’iniezione di qualcosa e mi mandò a casa. Sentii il mio bambino morire per tutta la notte. Crampi e poi crampi e poi crampi violenti per 8 ore di seguito. Quando tornai là il giorno dopo fui sedata e mi fecero un raschiamento. Il mio bambino era morto.
E dopo, una sofferenza di 17 anni di ansia, bassa autostima, dolore e sofferenza fisica, una miriade di sintomi, inclusi attacchi di panico, perdita di memoria a breve termine, annebbiamento, mentale, stanchezza debilitante, sogni infranti, depressione suicida e solitudine del prigioniero. Mi sto ancora riprendendo.
Per illustrare la grazia di Dio: ho scoperto che da quando sono entrata la prima volta nel Centro di aiuto alla gravidanza per consigli finanziari nel 1987, fino a quando vi sono ritornata nel 1994 per assistenza nel post-aborto, erano passati esattamente sette anni. Quelli erano a volte i giorni di depressione suicidiaria. Non riuscivo assolutamente a capire perché ero depressa fino a quando mi sottoposi ad un programma P.A.C.E. [Post Abortion Counseling and Education, assistenza ed istruzione post-aborto]. E allora finalmente capii il perché.
Sette anni dopo divenni ancora più libera quando la profezia che avevo ricevuto dal mio pastore si avverò. Ero stata in una condizione di bozzolo, sempre temendo le persone, persino in chiesa. Come diceva il messaggio della profezia, nessuno me ne portò fuori; semplicemente accadde. Due giorni prima della profezia ho avuto un incoraggiamento da questa bella spilla d’argento a forma di farfalla che scintillava e svolazzava!
Ringrazio il nostro caro Signore per la Campagna “Silent No More” e la Vigna di Rachele. Sono molto impressionata ed eccitata per ciò che ho visto e continuo a guardare la trasmissione di Padre Pavone su EWTN. So che i miei Jonathan, Amy e Chelsea sono con Gesù. Non soffriranno mai più.
Ho gridato come Davide nel salmo 51(50): “Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; nella tua grande bontà cancella il mio peccato. Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato(…) Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo (…) Rendimi la gioia di essere salvato, sostieni in me un animo generoso (…) Uno spirito contrito è sacrificio a Dio”.
Dio benedica tutte le mie sorelle e i loro uomini che sono passati per l’esperienza dell’aborto ed hanno trovato la misericordia e la pietà di Dio. Che l’aborto legalizzato diventi solo un oscuro ricordo sfumato del PASSATO”.
Betty

http://www.priestsforlife.org/testimonies/testimony.aspx?ID=1409


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