Irrinunciabile

2011-11-26

Una riflessione di Serena Taccari, fondatrice e presidente del “Dono




Da quando siamo bambine, indipendentemente dal fatto che abbiamo poi coltivato questo desiderio o meno, che crescendo abbiamo seguitato a pensare di volerlo, da quando siamo piccoli abbiamo in mente un’idea chiara di come dovrà essere, il giorno in cui annunceremo al mondo l’arrivo di un bambino. Il nostro. Non so come avvenga che poi per tutta la vita ci ripetano che è impossibile che accada proprio come lo volevamo, o anzi che è impossibile proprio farcela a mettere al mondo un bambino nostro.
Non so perché ci sia un tanto grande gusto a farci pensare che ce l’hanno fatta tutti prima di noi anche durante le guerre si mettevano al mondo figli, ma noi no, non ce la faremo, e quindi bisogna “rinunciare”, non solo al progetto di averne – semmai uno avesse questo progetto – ma anche all’evidenza di esser rimasta incinta, per preferire un’altra evidenza: che quello, che è tuo figlio, se abortisci continuerà ad essere tuo figlio, soltanto sarà tuo figlio morto. E ci hanno convinto che questo è meglio per noi donne, che la cosa peggiore che possa accaderci è portare avanti la gravidanza e non soltanto perché magari oggi non abbiamo le condizioni spettacolari che avremmo voluto o dovuto avere, per farlo; ma proprio perché tu, proprio tu, scherzi? è impossibile che ce la farai. Non ce la faresti con le condizioni idonee..figuriamoci ora. Ora con quel ragazzo che non si sa se va o resta  perché sembra proprio che anche i maschietti si siano fatti fregare dall’apparente convenienza del restare attaccati alla gonnella di mammà o di farsi imboccare e cambiare il pannolino fino a 50 anni suonati almeno; con quel lavoro che non si sa ancora se ti assumono, anzi si sa e la risposta è no. Con quella situazione a casa che ci manca solo un bambino.. E per questo si fanno figli – chi li fa sempre più tardi, si investe talmente poco nella vita. Non fraintendere, non sto parlando del gesto altruistico (opinabilmente tale) di mettere al mondo un bambino senza i presupposti. Scardiniamo questa storia, poi: una volta che sei rimasta incinta non si tratta di fare programmi, quel bambino è lì ha solo bisogno di tempo per nascere, ma è lì, e non lo leverai dalla tua vita con un aborto, lo dicevo anche prima: l’aborto non fa si che tu non diventi madre, ti rende madre di un bambino morto. Assodato questo, non voglio fermarmi sulla possibilità altruistica di mettere al mondo un figlio se non c’è tutto un contorno perfetto per accoglierlo. Sto parlando di investire su sè stessi, sulla propria, di vita. Sì, su di te che non ti da credito nessuno, che devi ammazzarti di fatica per ottenere che qualcuno si accorga che esisti e che vali. Sto parlando del fatto che ti guardi allo specchio la mattina e già sei stanca e ti affanni a coprire la stanchezza col trucco perché le donne, si sa, truccate danno più risalto ai loro dettagli meravigliosi, certo, ma si sa anche che le donne faticano cento volte più degli uomini a prendere un posto nella società proprio in virtù di quello che viene definito un handicap, un difetto di fabbrica: la possibilità neanche troppo remota di diventare madre. E ti trattano come una menomata ovunque ti giri. So di colloqui per posti di lavoro in cui ti chiedono “ma non vorrai sposarti vero?” oppure “no donne non ne assumo perché fanno figli” . Si, sei una donna. Si puoi fare un figlio. Sì è vero sarà pure complicato ma se tu non investi su di te, chi lo farà? parliamo dell’orgoglio. Parliamo dell’autostima. Ho seguito più di tremila – tremila non trenta, non trecento – donne che hanno abortito. Devo dire che nonostante girino in rete pubblicità che parlano di donne “fiere” della scelta fatta io non ne ho trovate. Donne che si metterebbero una maglietta per gridare al mondo “hei ho usufruito di un diritto! ho abortito” non ne ho trovate! ho trovato donne profondamente segnate da questa decisione, piene di tristezza. Tutto però intorno ci racconta questa favoletta della macchina del tempo, che funziona in nessuna occasione tranne in gravidanza: se lasci il tuo ragazzo, marito, compagno per prendere un’altra strada, non si torna indietro. Se ti licenzi per prendere un’altra strada non si torna indietro. Se cambi città niente sarà più come prima ma se resti incinta ed abortisci torni a riprenderti la vita che avevi prima. Questo, signori e signore, è un vero miracolo! No, è il solito coniglio nel cappello, c’è la fregatura. Non si torna indietro! non si torna indietro neanche quando sei rimasta incinta e allora cosa si può fare? Come si può offrirlo alle donne come risposta ai loro problemi? E quale potrebbe essere mai la risposta da dare? Se nessuno crede nelle tue possibilità non significa che tu non ne abbia: inizia a crederci tu. Se non ci riesci trova la forza in te di chiedere aiuto. Sai farlo, e lo sai perché? perché per dirla alla Zelig, ce l’hai nel DNA: le donne sono quelle che si fermano per strada a chiedere indicazioni quando non trovano un indirizzo. Ecco è la stessa cosa, chiedi indicazioni. E non fermarti se qualcuno ti continua a ripetere che non ce la puoi fare, e non fermarti se qualcuno ti dice trovala da sola la strada. Cerca chi crede in te, perché ne hai diritto. Non farti fregare, sono tutte scuse: non hai un difetto di fabbricazione, sei una donna, vanne fiera. Hai ragione, il mondo è complicato, le situazioni sono difficili, gli uomini spesso ci fanno una figura penosa, scappano, sono traditori, sono instabili. Tutto profondamente e tristemente vero. Ma quando vogliono farti credere che è troppo difficile per te, che è troppo pesante per te, ti stanno fregando. Investi sulla tua vita: ti stanno dicendo che devi accontentarti ed è falso, nessuno di noi vive per accontentarsi, stiamo al mondo per essere felici, e forse che la felicità si costruisce in quattro e quattr’otto? Ti stanno dicendo che tu non sarai felice, se tieni quel bambino ed è falso lo sai anche tu, perché tutte le donne che mettono al mondo un figlio vedono in lui la cosa più bella mai fatta, la loro felicità. Perché non tuo figlio, perché non tu? perché proprio tuo figlio dovrebbe renderti un infelice? Perché le condizioni sono negative? Un assurdo vero? Potrebbero dirti che è una vera vergogna che tu ti sia messa in questa situazione - come se ci potessimo mettere incinta da sole - che sei un disastro..- sì questo potrebbero dirtelo anche in famiglia purtroppo, che sembra quasi che restare incinta sia una notizia peggiore di un tumore – e invece poi quando il bambino nasce si innamorano tutti...Potrebbero dirti che andare avanti non è la scelta migliore. Ma tutto questo , non è vero. Ti stanno dicendo che devi accontentarti, che non puoi averla la tua felicità che più di così, più di un uomo fuggiasco non ti meriti, che più di un lavoro che fa schifo, non ti meriti perché tu sei donna e va così. Non farti fregare! Prova invece ad immaginare di avercela già fatta, prova a figurarti l’orgoglio proprio come quando studi e ti figuri il giorno che sarai laureata o diplomata, anche se oggi stai faticando da matti, proprio come quando ti figuri di aver già raggiunto la meta quando sei ancora all’inizio – sarai aiutata e ce la farai, è una garanzia, mi sento di poterci spendere il mio nome perché sarà certamente così - prova a immaginare come guarderai tutti dall’alto in basso perché tanto il lavoro lo troverai con la stessa difficoltà di prima (non è che se abortisci ti mettono i tappeti rossi poi!); lo puoi trovare un uomo che non scappi, sì esistono ancora! Il fatto che non lo hai trovato non sarà mica perché ti sei accontentata di qualcosa che somigliava alla felicità forse lontanamente? Prenditela la tua felicità, cercala e non arrenderti, ti spetta: e non è rinunciando a quello che la vita ti offre – fosse anche una sfida con una gravidanza imprevista – che la troverai prima... E sarai fiera di poter dire, alla faccia di tutti, io ho qualcosa che voi non avete: ho fiducia nella vita. Ho fatto tutto quello che fate voi, e ho anche mio figlio. Non vuoi poterti dire che non rinunci a niente nella tua vita? Esatto, non rinunciare a niente, prima di tutto a vivere.
Allora capisci che ha senso fare per esempio la Marcia per la Vita che si terrà a Roma il 13 maggio, perché bisogna sbatterlo in faccia a tutti che la tua vita vale, e che tu credi in questo: se non lo fai tu perché dovrebbe farlo qualcun altro? E non si tratta soltanto – e già sarebbe abbastanza – della vita di un bambino, il tuo magari; si tratta della tua vita di donna che non devi permettere a nessuno di sottovalutare o di buttare via.

P.S. visto che stai leggendo qui, per chiedere aiuto e trovare qualcuno che faccia il tifo per te chiama il numero 347-3786645. Rispondo io per l’associazione IL DONO.

http://ilovemysinglemom.blogspot.com/2011/11/irrinunciabili.html


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