Il più grande rimpianto della mia vita è di non aver seguito il mio cuore

2008-06-22

Sono nata a Saipan, isola dell’Oceano Pacifico, quando mio padre lavorava per la CIA. Mentre era incinta di me, mia madre fu esposta alla rosolia e le fecero un vaccino che causò la mia quasi completa cecità alla nascita. Comunque, sono sempre stata trattata come gli altri figli. Andavo a scuola normalmente e ho sempre creduto di poter fare tutto quello che gli altri potevano fare.
Mia madre ed io avevamo un rapporto tempestoso; a 16 anni andai via di casa per vivere con un’amica. Una notte mia madre mi chiamò dopo aver bevuto. Disse che era molto triste per me perché pensava che non avrei mai trovato l’amore e che non mi sarei mai sposata, e che nessuno mi avrebbe voluta. Mi arrabbiai molto per le sue parole, ne fui profondamente influenzata e passai molti anni della mia giovinezza a provare che aveva torto. Questo mi portò a relazioni autodistruttive, impossibili.
Nel 1981 avvennero due eventi che cambiarono la mia vita: rimasi incinta, ed abortii. Quando scoprii di essere incinta ebbi due diverse reazioni. Inizialmente scoppiavo di gioia ed ero piena di meraviglia perché stavo portando mio figlio. Poi mi sentii in colpa e mi vergognai perché il bambino era la conseguenza di una breve storia con un uomo sposato.
Quando parlai ad alcune persone della mia gravidanza, mi consigliarono di abortire. Mi sentii in dovere di dirlo al padre del bambino, non perché mi aspettassi niente da lui, ma perché credevo che avesse il diritto di sapere. Era molto turbato e mi supplicò di interrompere la gravidanza. Disse che il sapere che aveva un figlio in giro gli avrebbe rovinato la vita.
Nel mio cuore volevo profondamente avere il bambino, ma non volevo essere responsabile dell’infelicità di qualcun altro. Decisi di procedere con l’aborto ma cambiai idea alla clinica per aborti ed uscii. Sentii un enorme senso di sollievo, ma dovetti fare i conti con la gente che mi incoraggiava ad abortire, incluso il padre del bambino.
Lacerata dalla decisione che mi si prospettava, vidi uno psichiatra/abortista che pure mi disse che l’aborto sarebbe stata la miglior soluzione in quelle circostanze. Alla fine soccombetti alle pressioni.
Ricordo nitidamente i suoni, il dolore, la sensazione di avere mio figlio strappato dal corpo, ed il vuoto immediato. Il più grande rimpianto della mia vita è di non aver seguito il mio cuore e di non avere avuto il coraggio, attraverso le mie convinzioni, di far nascere il mio bambino.
Per anni ho cercato di reprimere questo ricordo. Non parlavo mai di questo “segreto” del mio passato. Facevo sogni, a volte incubi, e a volte riguardavano la mia bambina viva, che parlava, ed abbastanza avanti per la sua età.
Dopo alcune relazioni autodistruttive con uomini, mi impegnai a rinunciare agli uomini e per tanti anni continuai a non avere relazioni strette. Recitavo sempre il ruolo del consigliere, li aiutavo con i loro problemi ma stando molto cauta riguardo a me stessa.
Cominciai la mia via di guarigione quando udii un’amica che raccontava la storia del suo aborto in una radio su internet. Questo ebbe un profondo effetto su di me ed in seguito seguii un programma di recupero dall’aborto attraverso la Vigna di Rachele.
Attualmente rispondo ad un telefono verde nazionale per la Vigna di Rachele di sera e nei fine settimana. Faccio anche volontariato per il telefono nazionale due giorni alla settimana. Ricevo centinaia di telefonate su entrambe le linee da donne e uomini di tutto il paese che raccontano le loro tragiche storie di aborto e che cercano qualcuno che li ascolti, capisca e in molti casi li aiuti a portare il proprio peso. Indirizziamo queste donne e questi uomini a programmi di recupero dall’aborto per cercare di alleviare il loro peso, ma il loro dolore non se ne va mai davvero via. Dopo aver lavorato per aziende private per diversi anni, ho deciso di dedicare la mia vita a dire la verità e ad insegnare alla gente che l’aborto ferisce le donne, gli uomini e le famiglie.

Tracy Reynolds è produttrice di Faces of Abortion e Media Liaison per The Justice Foundation. Fa anche volontariato per una linea nazionale di recupero dall’aborto. Ha anche una egregia carriera in Risorse Umane ed ha lavorato come assistente per interventi in situazioni critiche per organizzazioni no-profit.

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http://www.operationoutcry.org/pages.asp?pageid=27784


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