Non ho difeso la mia bambina

2012-02-09

Dal sito del Dono una toccante testimonianza di un uomo ferito dall’aborto.


Ho 36 anni e la mia bimba ne avrebbe avuti quasi 5. Doveva nascere a luglio del 2002 se... se... se... Voi non ve ne accorgete ma ho scritto e cancellato una cifra di frasi perchè non è facile. Quando lei mi chiamò sentii subito dal tono di voce che qualcosa non andava. Io la amavo, lei mi aveva detto che si era lasciata con l’altro ed io, un paio di settimane prima, ero corso da lei e... abbiamo fatto l’amore. Ma il giorno dopo ecco l’altro ritorna e lei, beh, mandò via me. Qualche settimana dopo, una sera, quella telefonata. Io ero arrabbiato con lei, ferito, ma sentii il suo tono e quasi scherzando le dissi: «come ti sento abbattuta, neanche tu fossi incinta!». SI, era incinta! Io ero già nell’esercito da molti anni, pilota di elicotteri, ottimo stipendio, casa assicurata; incominciai a saltare sul letto dalla gioia e con frasi forse sconfusionate incominciai subito a dirle che poteva venire da me, avrei pensato io a lei e al bimbo, all’università... avrei... avrei... avrei. Ma mi interruppe dicendomi che non era mio, il bimbo e che non lo avrebbe tenuto. Già conoscete fin troppo bene le frasi, devo studiare, i miei che direbbero, non è il momento, non sono pronta, con l’altro sta andando a rotoli ecc. ecc. Ed io ascoltavo come annebbiato. Per alcuni giorni ci sentimmo assiduamente, io le chiedevo se fosse convinta davvero, quante volte le feci questa domanda, ma la risposta era sempre la stessa; poi mi disse che l’altro voleva che lei lo tenesse il bimbo. Per me fu troppo. Aveva l’altro vicino, non era figlio mio, ma che perdevo tempo a fare! E mollai tutto: le dissi di fare come le pareva e, visto che era già accompagnata in questo cammino, io me ne tiravo fuori.
Cinque anni e cinque mesi sono passati ed ancora sento un crampo allo stomaco quando ripenso a quell’ultima telefonata. Mi chiamò qualche giorno dopo aver effettuato l’intervento; qualche settimana dopo si era mollata di nuovo col tipo e, tre mesi dopo, cominciammo una storia io e lei. Non racconterò i moltissimi eventi in cui si evidenziava il suo indescrivibile dolore, al quale non aveva il coraggio di dare un nome ed una collocazione. Il giorno in cui mia sorella mi annunciò di essere incinta, era insieme al marito, raggiante di felicità per la nuova vita in arrivo, la mia ragazza ebbe un crollo terribile. Finalmente quel dolore lancinante, fisico e psicologico, aveva un nome. Un sacerdote ci fu di grande aiuto e fece una benedizione per la bimba che chiamammo Margherita. Circa un anno dopo, ero in Iraq, ci lasciammo per altri motivi ma... mi rivelò che, in realtà, quella bimba era mia figlia. Era la mia bimba. Ed io per orgoglio ferito, ignoranza, superbia, gelosia non l’avevo difesa. Ed il senso di colpa è ancor più torturante perchè sono consapevole che se avessi saputo che era mia quella bimba, avrei smosso il cielo e la terra per salvarla ma non perchè la vita era preziosa in quanto tale ma egoisticamente ponendo quel possessivo davanti: “mia”.
Il tempo, si dice, è un dottore meraviglioso: il ricordo si attenua e con esso il dolore. Si impara dalle proprie esperienze ed io ho imparato molto da questa... La vita è importante in quanto tale, e come tale va difesa, in ogni luogo e tempo, senza condizioni. Penso spesso alla mia Margherita... a volte, quando sono in volo con il mio elicottero, cerco di bearmi il più possibile delle viste meravigliose che si godono da lassù... e immagino che la mia bimba possa, attraverso i miei occhi ed il mio cuore, vivere le stesse esperienze del suo babbo... e la immagino presente con me, e lo è nel mio cuore, in ogni avvenimento della mia vita. E non mi vergogno di commuovermi ogni volta che penso a lei. Su questo forum ho notato che gli uomini sono quasi assenti; questo mi dispiace molto. Mi chiedo spesso come è possibile che così spesso siamo proprio noi uomini la causa di tanti immensi dolori... poi mi ricordo di come mi sono comportato io.. Credo che se ascoltassimo di più i nostri cuori vivremmo molto meglio... molto! Ora mi conoscete un pelino di più, nella mia parte molle... ma della quale sono felice, davvero felice... e che spero il Signore mi aiuti a non oscurare mai: si soffre di più, ma si vive anche di più! Un abbraccio a tutti e grazie per aver creato questo posto: un posto per gli angeli anche in rete.


2 commenti:

rosablu ha detto...

E bello leggere queste parole da un uomo! Le stesse che avrei voluto leggere dal padre del mio bimbo che purtroppo non ha detto, ma solo un freddo devi risolvere la situazione prima possibile! Ecco le sue parole! E così 7 mesi fa ho preso la decisione più brutta di tutta la mia vita! A giorni sarebbe dovuto nascere il mio bimbo, il mio Lorenzo, e non c'e giorno che non piango per lui e che mi pento per la mia mancanza di coraggio e per quel gesto orribile! La mia vita non e più la stessa un pezzo di me l'ho ucciso assieme al mio bimbo mentre il padre neanche si ricorda di quel piccolo essere vivente, il nostro bimbo, per lui non era niente non era una vita ma solo un errore da rimediare al più presto! Non ci sono scuse per il mio gesto e quelle che mi dicevo guardandomi allo specchio in lacrime erano solo bugie per darmi coraggio!

agapetòs ha detto...

Rosablu, la ringrazio di essere intervenuta.
Mi permetta di segnalarle, se già non la conosce, l'associazione "il dono" dove potrà trovare aiuto e condivisione.
Un abbraccio.
Giovanni